“Un sistema che non convince, non siamo poliziotti. Come faremo i controlli?”. È questa la domanda che si pongono da giorni numerosi ristoratori e associazioni di categoria sul green pass.

Nei prossimi giorni sono annunciate a Bari manifestazioni di protesta, dopo la decisione del Governo di rendere obbligatoria la certificazione verde nei ristoranti al chiuso.

“Come al solito il governo individua in noi ristoratori il capro espiatorio – lamenta Gianni Del Mastro di Passione Horeca -. Si chiede il green pass al ristorante al chiuso e non nei supermercati affollati o in altre situazioni di assembramento. Verificare che il Green pass corrisponda realmente al cliente  significa dover chiedere il documento di identità e annotare tutti i dati. E se il cliente non vuole, che si fa? Immaginate le lunghe code ai locali, i tempi di attesa e il personale aggiuntivo: servirebbero almeno due-tre addetti ai controlli”.

“Questo onere a nostro carico sui controlli è illogico – aggiunge Maurizio Mastrorilli, vice presidente regionale di Movimento Impresa -. Non siamo ausiliari di polizia, non abbiamo deleghe. Le nostre attività nascono per accogliere, non per respingere. È come chiedere al passeggero di un bus di verificare se l’altro passeggero ha pagato il biglietto”.