“Nelle nostra regione abbiamo un sovraccarico delle terapie intensive. Se l’ospedale allestito in Fiera è ancora pieno significa che la situazione è particolarmente seria”. A dirlo è Antonio Amendola, presidente AAROI-EMAC Puglia, l’associazione anestesisti e rianimatori, in un intervista rilasciata a Repubblica.

Il livello di occupazione delle terapie intensive in Puglia, come affermato dai dati dell’Agenas, ha superato di molto la soglia critica. Un miglioramento sull’occupazione dei posti letto, come sottolinea il rianimatore, è dovuto non per il rallentamento dei contagi, ma “a causa di un paziente che non ce l’ha fatta o perché si è verificata una minore entrata”.

In alcune zone dell’Italia, soprattutto dove i dati sono in netto miglioramento, sono previste le riaperture iniziando dal 26 aprile. Su questo Amendola non è favorevole. “Sono possibili solo nei paesi dove, accanto ad un periodo di lockdown, c’è stata una campagna vaccinale efficiente e adeguata”. La paura del rianimatore è che con l’apertura di ristoranti e luoghi di aggregazione, la curva dei contagi possa risalire.

“Al momento in Puglia i contagi effettivi sono almeno il doppio – ha dichiarato a Repubblica il rianimatore – Qui il contact tracing è saltato da molto tempo e il numero di tamponi che vengono eseguiti è molto più basso di quello di altre regioni”.

In merito alla campagna di vaccinazione, per il rianimatore di sarebbe potuto fare di meglio. “La Regione avrebbe dovuto indirizzare la campagna vaccinale in maniera puntuale. E invece dopo aver giustamente messo in sicurezza il personale sanitario le dosi sono andate ad altre categorie. E così è rimasta scoperta la fascia degli over 70 che sono quelli che, come dimostra quello che sta succedendo in questi giorni, hanno maggiore possibilità di contrarre il virus in forma grave”.

Per Amendola non siamo mai entrati nella terza ondata, ma siamo ancora nel pieno della seconda e che, una volta messa in sicurezza la fascia più anziana, il virus potrebbe colpire in maniera grave i giovani, avendo conseguenze drammatiche. “Passare in zona arancione è un rischio – conclude il rianimatore -. Il problema è come sappiano quello che ruota attorno alla scuola, partendo dai trasporti”.