Non si placa lo scontro tra le organizzazioni sindacali che rappresentano i lavoratori dell’ospedale Perinei di Altamura. L’Usppi Puglia ha infatti conferito mandato ai suoi legali di non far passare sotto silenzio le accuse che sono state mosse all’Unione Sindacati Professionisti Pubblico Privato Impiego dopo che aveva parlato di personale imboscato nei reparti no covid.

“Lo scenario – scrive il legale dell’Usppi, l’avvocato Alessandro Ieva – è quello del denunciato fenomeno dell’imboschimento che si vive al Perinei di Altamura, che ostacola il necessario e normale, soprattutto in periodo pandemico, turnover fra gli infermieri nei reparti covid, attraverso sventolati accordi sindacali che, se potevano avere una propria ratio in periodi normali, non possono di certo valere ed essere applicati in questo periodo”.

Quello che proprio non è andato giù è la teoria secondo cui “avrebbe consigliato ai propri iscritti di mettersi in malattia mentre mediava una revoca dell’ordine di servizio per i suoi lavoratori, e promettendo ad altri infermieri che se si fossero tesserati sarebbe stato revocato l’ordine di servizio anche a loro”.

“La riportata affermazione – sottolinea il legale – è di una gravità inaudita e merita una pronta smentita. L’Usppi Puglia, nella persona dei suoi referenti e men che meno nella persona del suo segretario generale, non ha mai dichiarato quanto riportato, avendo ben presente quali siano gli strumenti di lotta sindacale da utilizzare”.

A riprova, l’avvocato Ieva cita “la nota prot. 317/802/2021 indirizzata al direttore generale della Asl Bari, al direttore medico del Perinei, al Governatore della Regione Puglia, al direttore del dipartimento della Salute del benessere e dello sport, oltre che alle istituzioni governative con la quale l’Usppi Puglia proclama per mercoledì 14 aprile 2021 alle 12:30, dinnanzi al PO di Altamura, col prosieguo alle 16 dinnanzi alla direzione generale della Asl Ba, un sit-in di protesta per le dette note vicende”.

“Ciò che può essere definito sicuramente scandaloso, e che è accaduto realmente, e che un dirigente delle professioni sanitarie – conclude – , ricevute indebite pressioni, abbia dovuto revocare delle disposizioni emanate con le quali disponeva il necessario turnover degli infermieri nei reparti covid”.