Le acque all’ospedale Perinei di Altamura continuano a essere agitate. Dopo il durissimo atto d’accusa dell’Usppi, che ha parlato di personale imboscato nei reparti no covid e ha puntato il dito contro le altre sigle sindacali, chiedendo ai loro iscritti una cancellazione di massa da quei sindacati, è successo il putiferio. Il mormorio e le facce scure tra i corridoi dell’ospedale non sono affatto mancate.

Secondo quanto dibattuto tra i meandri del Perinei, le cose non starebbero esattamente come raccontato dalla segreteria dell’Unione Sindacati Professionisti Pubblico Privato Impiego. A dicembre, questa la replica, si è tenuto un’incontro con la direzione medica per chiedere il turnover del personale che lavorava in area covid da ottobre, rotazione non praticabile a detta dei vertici per carenza di personale.

Un paio di mesi dopo, a febbraio, un’ala della zona covid è stata chiusa grazie al miglioramento della situazione, ma dopo nemmeno 15 giorni le cose sono precipitate e la direzione ha dovuto emanare ordini di servizio per la mobilità d’urgenza del personale e riaprire quella stessa ala del reparto covid, chiusa da poco.

L’Usppi, questa la controaccusa, avrebbe consigliato ai propri iscritti di mettersi in malattia mentre mediava una revoca dell’ordine di servizio per i suoi lavoratori, e promettendo ad altri infermieri che se si fossero tesserati sarebbe stato revocato l’ordine di servizio anche a loro, cosa che naturalmente ha mandato fuori da gangheri le altre sigle sindacali.

Se gli ordini di servizio erano da revocare perché in contrasto con il regolamento aziendale, allora doveva essere fatto per tutti, nello stesso momento, quando fosse stato disponibile altro personale per mettere in atto la sostituzione e rotazione. L’accordo scritto, stretto con la direzione medica durante un incontro chiesto per affrontare la questione, non sarebbe stato rispettato e gli ordini di servizio sono stati revocati solo agli iscritti Usppi.

Da qui la richiesta di un altro incontro, alla presenza del dirigente infermieristico ospedaliero, per verificare se legittimità di quanto stava accadendo. Come risultato sono arrivati nuovi ordini di servizio, stavolta per gli iscritti Usppi a cui erano stati revocati, ed è  iniziata la rotazione, sebbene a quanto sembra molti lavoratori rappresentati dall’Usppi pare non abbiano preso servizio perché in malattia.

In tutto questo, è attesa a breve una nota della direzione generale con con le indicazioni su come devono essere formulati gli ordini di servizio, cui seguirà la convocazione delle sigle sindacali che hanno firmato il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per discutere le modalità di attuazione del turnover per gli operatori sanitari che prestano servizio in area covid.