“I medici di famiglia stanno svolgendo con la massima dedizione il proprio compito, prenotando i tamponi molecolari per i propri pazienti ed effettuando la presa in carico, in base all’accordo sottoscritto a novembre. Il collo di bottiglia è sempre lo stesso: la domanda di appuntamenti per il tampone molecolare è molto più alta dell’offerta messa in campo dalla ASL”.

Nicola Calabrese, Segretario Fimmg Bari, condivide le denunce avanzate in questi giorni dallo SMI sul coinvolgimento dei medici di medicina generale nella presa in carico dei pazienti Covid.

“Servirebbe con urgenza non solo aumentare la quantità di tamponi ma anche rivedere la distribuzione degli slot di appuntamenti – continua -. La ASL sta rispondendo al lavoro dei medici di medicina generale in modo inadeguato dal punto di vista organizzativo. A questo si aggiungono problemi tecnici e operativi della piattaforma GIAVA su cui operano i medici di famiglia per le prenotazioni dei tamponi, che andrebbero risolti tempestivamente”.

“È inaccettabile che le inefficienze organizzative della ASL vanifichino il lavoro dei medici di medicina generale, minino il rapporto di fiducia con i pazienti e abbiano pesanti ricadute sulla capacità del sistema di contrastare la pandemia – conclude -. Questa situazione determina un ritardo nella diagnosi e nell’accertamento della guarigione, con conseguente ritardo nella fine dell’isolamento. Tutti elementi che hanno pesanti ricadute sociali ed economiche. I medici di famiglia non ci stanno a fare da capro espiatorio e ad assumersi responsabilità che sono da imputare a carenze organizzative”.

Per affrontare tali criticità Fimmg Bari ha chiesto ieri al Direttore Generale ASL Bari di conoscere i dati operativi della piattaforma GIAVA e soprattutto le misure attuate per processare e gestire i casi segnalati che non hanno avuto risposta, dato che ai medici di medicina generale non viene comunicato nulla. Ha inoltre invitato la ASL ad una urgente convocazione del CPA per le decisioni del caso.