Rosanna Ripa, è una di quelle maestre di lungo corso che a 66 anni può insegnare, ma non ha l’età per vaccinarsi. La docente barese, come tante in tutto il Bel Paese, vive un’assurdità tutta italiana. La docente ha chiesto lumi al suo medico di fiducia, ma la risposta l’ha lasciata senza parole.

Dovrà vaccinarsi insieme al resto della popolazione e non con il personale scolastico, che in questi giorni si sta sottoponendo alla vaccinone AstraZeneca. Quest’ultimo copre efficacemente fino a 65 anni.

Rosanna fa la maestra alla scuola elementare Collodi di Bari. Sarebbe dovuta essere vaccinata così come tutti gli altri colleghi, ma per il momento dovrà continuare a insegnare e ad avere contatto con i suoi bambini senza la indispensabile protezione. La scuola, com’è stato più volte dimostrato in quest’anno di pandemia, non è di certo prioritaria nei pensieri di chi governa, men che meno è prioritaria la salute degli insegnanti.

Rosanna, così come tanti altri suoi colleghi, ritiene di essere un soggetto fragile, se non altro a 66 anni lo è certamente più di un collega trentenne. Non si sa quanti siano gli insegnanti nelle sue stesse condizioni, ma di sicuro non si può pensare di sacrificarli per il semplice questione numerica.

“Non so quale possa essere la soluzione – spiega la maestra -, non tocca a me trovarla, ma devono necessariamente trovare un farmaco adatto alla mia condizione, considerando che AstraZeneca non lo. E lo devono fare soprattutto in funzione del delicato lavoro che svolgiamo tutti i giorni. Siamo o non siamo lavoratori di pubblica utilità? Così come gli operatori di una Rsa, anche noi lavoriamo in una comunità e quindi dobbiamo essere tutti vaccinati”.

La maestra Rosanna è preoccupata, soprattutto perché a dire dalle stesse autorità sanitarie, nazionali e regionali, nel mondo della scuola – primarie incluse – i casi sono in aumento. Non è facile convincere bambini così piccoli a restare distanziati e indossare sempre la mascherina o a mantenere il distanziamento. Bisogna provvedere subito in modo da tornare presto a insegnare nell’unico modo in cui si possa farlo, lontanissimo dalle attuali condizioni”.