Storie impossibili anche solo da immaginare, ma se il destino ci si mette, allora deve fartele incontrare per forza. Negli anni come Quotidiano Italiano abbiamo raccontato vicende umane dalle più assurde alle più tragiche, alle più curiose, quella di Mustafà è complicata da incasellare, ammesso che abbia un senso farlo.

Come molti suoi connazionali, è partito dal Senegal, è arrivato in Italia su un barcone passando dalla Libia, uno dei tanti viaggi della speranza, compiuto fino in fondo grazie a Dio, al contrario dei tanti che si concludono tragicamente in fondo al mare.

La Puglia non è stata la sua sua prima idea, tutt’altro, nel sud ci è venuto per scelta dopo aver vissuto qualche tempo nei dintorni di Venezia, ma giù da noi, ci dice, si sta troppo bene. E allora via, un altro viaggio, meno lungo, sicuramente più semplice, altrettanto incerto.

Destinazione Lecce, ma Bari è un’altra cosa, tanto da parlare meglio il nostro dialetto che quello salentino. Papà da meno di un mese, nel Capoluogo ci è venuto in questi giorni per una toccata e fuga, alla vista della nostra troupe, da affezionato lettore, non ha resistito e si è fatto avanti. Da lì in poi è stato un fiume in piena.

“Sono italiano molto abbronzato”. Ride e scherza con la sua simpatia travolgente, passa dal francese all’inglese, dall’italiano al barese. Come tanti, anche Mustafà si è appassionato alla storia di Lello e Angela, e proprio a Lello manda un messaggio: “Fai il bravo, ti vogliamo tutti bene”.