Abbiamo raccontato decine di volte l’assoluto degrado di corso Italia e dell’esasperazione dei residenti del tratto abitato giorno e notte da una moltitudine di disperati. Pietro è solo uno dei clochard della zona: uomini e donne, squattrinati e tossicodipendenti, padri e figli. In mezzo a loro c’è Michele, un ragazzo di appena 19 anni.

Nativo di Molfetta, lo abbiamo incontrato seduto con altri amici su corso Italia mentre aspettava di andare a prendere da mangiare nel vicino centro diurno. “Mio padre mi ha cacciato di casa e mia madre se n’è andata con un altro uomo. Nessuno vuole sapere più niente di me e così vivo per strada”.

Non sappiamo quanto la sua versione sia reale o possa essere il convincimento di un giovane in serie difficoltà e quindi – come succede in questi casi – obbligato per sopravvivere a crearsi verità e convincimenti. Ciò non toglie che un giovane di 19 anni viva le sue speranze per strada.

“Non mi drogo, lo posso assicurare e si vede anche dalla mia faccia – dice -. È da un mese che sono stato cacciato di casa e da una settimana vivo qui su corso Italia. Sto con i miei amici, tutti italiani, e insieme ci laviamo, mangiamo e dormiamo”. Nessun progetto e tante delusioni.

“Vorrei tanto trovare un lavoro – continua -, ma ogni volta pretendono un diploma e un curriculum che io non ho. Non so che fare. I servizi sociali sanno della mia situazione. Nessuno si può prendere cura di me e quindi adesso vivo alla giornata”.