Lo avevano accusato di essere omofobo per aver difeso la cosiddetta famiglia tradizionale composta da padre e madre. Adesso a don Pasquale Amoruoso viene appiccicata l’etichetta del razzista della peggior specie. L’attacco frontale lanciato da alcuni fedeli è arrivato dopo la decisione del parroco di San Giuseppe, a Palo del Colle, di vietare la vendita di Famiglia Cristiana.

“È un giornale come tanti – spiega il parroco – non devo fare un servizio al giornale”. Fin qui il discorso non fa una piega, se si pensa che in parrocchia non si vende neppure l’Avvenire, il giornale dei vescovi. La verità è che la scelta viene presa dopo la polemica tra il ministro dell’Interno Matteo Salvini e Famiglia Cristiana in merito alle posizioni diametralmente opposte sull’emergenza migranti.

La copertina del giornale, dal titolo “Vade retro Salvini”, ha causato un gigantesco polverone. “È vero – ammette don Pasquale – non ho condiviso il comportamento di Famiglia Cristiana”. Insomma, la goccia che ha fatto traboccare il vaso. “Non condivido questa e altre posizioni del giornale – continua – e quindi a San Giuseppe da domenica scorsa non si vende più”. Anche in questa occasione, a detta dell’intransigente sacerdote, qualcuno starebbe strumentalizzando la scelta.

“Su certi temi sostengo Salvini, qual è il problema? – spiega don Pasquale buttando altra benzina sul fuoco delle polemiche – ritengo la sua una posizione giusta. Non lo santifico, ci mancherebbe, ma sta facendo qualcosa di buono per la difesa di certi valori”. La decisione pone un altro disagio, quello arrecato all’uomo che si occupava della vendita del giornale. Per lui si trattava di un introito importante.

“Sono molto affezionato a quel ragazzo – continua don Pasquale – e lui è molto affezionato a me, ma prima del rapporto personale vanno difesi i valori a sostegno della dottrina. Ci vorrà continuare a leggere Famiglia Cristiana si abboni o vada a comprare il giornale in edicola. Le dirò di più, se Famiglia Cristiana non fosse venduto nelle parrocchie non venderebbe una copia”.