Al termine di dodici ore di negoziato e due tentativi di voto, i 27 Paesi membri dell’Unione europea hanno trovato l’accordo sui migranti. I ministri degli Interni si sono riuniti ieri, 8 giugno, in Lussemburgo al Consiglio Affari interni. I provvedimenti previsti dal nuovo Patto si concentrano sulle procedure del diritto d’asilo e la gestione dei migranti. Il consenso alla nuova proposta è stato ampio: hanno votato contro solo Ungheria e Polonia; astenuti Malta, Slovacchia, Lituania e Bulgaria. L’Italia ha votato a favore. L’approvazione definitiva spetta ora al Parlamento Europeo.

Cosa prevede l’accordo

Il nuovo Patto Ue sui migranti, che ha messo d’accordo quasi tutti i 27 Paesi membri, è articolato su due capitoli: la revisione delle procedura d’asilo, che dovrà essere esaminata entro 12 settimane, e la gestione dell’asilo e del flusso migratorio. Saranno individuati di volta in volta Paesi terzi non di origine verso i quali verranno trasportati i migranti espulsi. Di fondamentale importanza è anche la prevista misura di 30mila ricollocamenti l’anno. Gli stati membri dell’Unione che vorranno esimersi dal sistema avranno la libertà di farlo: dovranno però pagare una sorta di “penale” per ogni migrante non accolto.

Italia soddisfatta

Più che soddisfatto il ministro italiano Matteo Piantedosi, il quale ha commentato, al termine della votazione: “L’Italia ha avuto una posizione di grande responsabilità e ha trovato corrispondenza da altri Paesi: abbiamo cercato di rendere attuabili le procedure di frontiera, processo che noi riteniamo debba andare avanti. Riteniamo che sia un giorno in cui parte qualcosa e non solo sia un giorno di arrivo“. Di fondamentale importanza sarebbe l’intesa sul ricollocamento in Paesi terzi non di origine dei migranti espulsi: “L’Italia ha ottenuto il consenso su tutte le proposte avanzate nel corso del Consiglio odierno. In primis, abbiamo scongiurato l’ipotesi che l’Italia e tutti gli Stati membri di primo ingresso venissero pagati per mantenere i migranti irregolari nei propri territori: l’Italia non sarà il centro di raccolta degli immigrati per conto dell’Europa. Siamo riusciti ad ottenere un quadro giuridico di riferimento per possibili intese con Paesi terzi sicuri e abbiamo altresí evitato che venissero poste delle limitazioni che avrebbero escluso alcuni Paesi. Si è così espresso il ministro.