Alcuni mesi fa avevamo tentato una provocazione: portare al guinzaglio un cinghiale dal quartiere San Paolo al centro della città. Avremmo voluto consegnare la nostra Lina al sindaco Antonio Decaro, ma prima di metterci in marcia fummo fermati e denunciati dalla Polizia. Lo avremmo fatto pur dovendo fare i conti col branco sulla statale 16, o a ridosso dell’ospedale San Paolo.

Siamo stati tra i primi a dire che vanno chiusi i varchi del parco di Lama Balice. Abbiamo dato voce ai cacciatori, secondo i quali l’unico modo per evitare che si riproducano senza controllo è l’abbattimento controllato. Vi abbiamo mostrato cosa sono in grado di fare i cinghiali quando sono in branco e come sono costretti a difendersi gli agricoltori. Tra le numerose denunce, avevamo annunciato l’inefficacia dei sistemi di prevenzione, costati denaro pubblico.

Siamo sempre stati attenti al fenomeno e non perché appassionati di cinghiali e salvaggina. Eravamo e siamo tutt’ora convinti che gli animali arriveranno in città, non che il quartiere San Paolo non sia parte del capoluogo pugliese. Per città intendiamo quello che nell’immaginario collettivo è il centro.

Mercoledì scorso un cinghiale, facente parte di un branco di sei o sette esemplari, è stato catturato nelle vicinanze del cimitero monumentale di Bari. La cattura è stata possibile grazie al fatto che la bestia fosse rimasta impigliata in una rete, per questo lasciata indietro dal branco, riuscito ovviamente a fuggire.

L’animale è stato affidato ai Carabinieri forestali e successivamente ad un centro specializzato per le cure e il reinserimento in natura degli animali selvatici. Sì, perché non va dimenticato che i cinghiali sono animali selvatici dalle reazioni imprevedibili. Per il momento un branco è arrivato fino al cimitero. Chissà se li vedremo pascolare in via Sparano una volta terminati i lavori di “riqualificazione”.