“Se non trovano un rimedio a questa situazione io abbandono tutto”. Onofrio Albergo è esasperato e stanco. Lui è uno dei tanti agricoltori di Lama Balice che ormai da qualche anno devono fronteggiare la piaga dei cinghiali.

Gli animali, che crescono di gran numero mese dopo mese, non stanno soltanto invadendo le strade del quartiere San Paolo, spingendosi sempre più vero la costa e permettendosi persino di attraversa la statale 16, ma “saccheggiano” costantemente i campi degli agricoltori della zona. Risultato: campi flagellati, sistemi di irrigazioni danneggiati, raccolti persi.

Proprio per questo Onofrio, così come tutti gli agricoltori diretti della zona, ha dovuto ingegnarsi per difendersi da solo: “Ho speso 700 euro per la rete elettrificata ma l’ho montata da solo. Ci sono agricoltori che hanno anche una terra molto più grande e non avevano le competenze per installarle da sé”.

Una misura necessaria, vista l’invasione, ma che si sta rivelando anche inutile perché i piccoli riescono a passare sotto le reti elettrificati e in certi casi possono diventare molto pericolosi: “Ho paura ad entrare nella mia proprietà. Molto spesso rischio di arivvare la mattina presto per fare la raccolta e ti ritrovi con tanti piccoli di cinghiale e rischi di venire aggredito è già. Una volta è successo anche a me ma per fortuna me ne sono accorto e sono andato via.”

Così Onofrio è pronto anche al gesto estremo, mollare tutto, anche se non è detto che il Parco si riprenda la sua terra: “All’epoca pagai 20 milioni solo per la nuda proprietà più altri 60 milioni. Adesso qui è tutta zona incolta dove le femmine di cinghiale partoriscono. Saranno minimo un centinaio. Così il terreno non vale più nulla”.