Testimoni di Geova in Russia.

Le autorità russe stanno provando a sciogliere l’ente giuridico nazionale dei Testimoni di Geova a causa di presunte attività estremiste. Su questo tema e, più in generale, sul modo in cui la Russia sta combattendo l’estremismo si sono espressi noti studiosi di religione, politica e sociologia, oltre a esperti di storia sovietica e post-sovietica, rispondendo al quesito: “Pensa che sia giusto dichiarare estremisti gruppi religiosi non-violenti, come quello dei Testimoni di Geova, e metterli al bando in tutta la Federazione?

PROF. WILLIAM BOWRING, docente di Diritto e direttore di master (LLM/MA) in Diritti Umani presso il Birkbeck School of Law, University of London; barrister della Middle Temple e della Gray’s Inn (Regno Unito) – “No. Io penso che sia assurdo e incomprensibile considerare ‘estremisti’ i Testimoni di Geova“.

DOTT. EKATERINA ELBAKJAN, docente di Sociologia e di Psicologia dei Processi Sociali presso l’Accademia del Lavoro e delle Relazioni Sociali di Mosca; caporedattrice dell’edizione russa di Westminster Dictionary of Theological Terms, Study of Religion ed Encyclopedia of Religions (Russia) – “Sulla base della mia esperienza personale ottenuta studiando la vita dei Testimoni di Geova in Russia, sono convinto che i Testimoni sono una organizzazione assolutamente pacifica presente da molto tempo nella Federazione Russa (più di 100 anni). Questi fedeli non hanno niente a che fare con l’estremismo. Eppure, per ragioni non comprensibili, i tribunali li dichiarano estremisti, come se fossero terroristi, solo perché si riuniscono per le loro funzioni religiose, parlano della Bibbia e cantano inni di lode a Dio”.

DOTT. ROMAN LUNKIN, direttore del Centro per gli Studi sulla Religione e sulla Società presso l’Istituto europeo dell’Accademia russa delle Scienze a Mosca; presidente del Consiglio degli esperti di religione e diritto (Russia) – “I procedimenti giudiziari contro i Testimoni hanno rivelato due caratteristiche principali della nuova politica religiosa affermatasi negli Anni 2000: in primo luogo, il suo carattere xenofobo e volto a respingere l’influenza occidentale; in secondo luogo, le accuse contro i Testimoni si basano su stereotipi antireligiosi e argomentazioni prese a prestito dal passato sovietico. Questi difetti e modi di rapportarsi alle comunità ‘non tradizionali’ caratterizzano le cause intentate contro i Testimoni”.

DOTT. DMITRIJ UZLANER, ricercatore presso la Moscow School of Social and Economic Sciences; caporedattore della rivista State, Religion and Church (Russia) – “L’aspetto più problematico della politica religiosa russa è la graduale creazione di un apparato statale repressivo e antireligioso volto a regolare e limitare le attività dei fedeli. Non intendo solo nuove leggi contro l’estremismo e il proselitismo, ma anche l’abuso di potere a livello governativo e locale. Questo apparato viene usato spesso contro gruppi pacifici e rispettosi della legge”.

DOTT. LJUDMYLA FYLYPOVYČ, docente e preside del Dipartimento di Storia delle Religioni e di studi di teologia pratica presso l’Istituto di Filosofia dell’Accademia nazionale delle Scienze; vicepresidente dell’Associazione ucraina degli studiosi di religione (Ucraina) – “Alle autorità non piacciono i Testimoni di Geova — e quindi li mettono al bando — solo perché i Testimoni ritengono che l’autorità suprema sia quella di Dio. La decisione riguardo ai Testimoni di Geova è già stata presa: non devono esistere in Russia. I tribunali stanno solo dando una facciata di legalità a questa decisione”.

DOTT. RINGO RINGVEE, consulente del Ministero degli Interni estone, Affari religiosi; docente di Religioni Comparate presso l’Istituto di teologia della Chiesa evangelica luterana estone (Estonia) – “Usare nei confronti di un movimento religioso non violento che non ha un passato violento e che è caratterizzato da ideali pacifici lo stesso approccio e gli stessi metodi usati nei confronti di gruppi che promuovono la violenza e l’odio religioso con finalità terroristiche non solo è estremistico, ma non ha alcuna giustificazione razionale. Nel mondo i governi devono affrontare sfide molto più importanti che combattere gli apolitici Testimoni di Geova, che stanno aspettando in modo pacifico l’arrivo del Regno di Dio”.

SIR ANDREW WOOD, membro associato del programma “Russia and Eurasia”, Chatham House, Royal Institute of International Affairs; ex ambasciatore britannico in Russia (1995-2000), (Regno Unito) – “La Russia non è l’unico paese ad avere leggi contro l’estremismo. Tale termine è per sua natura vago e soggettivo. Non sono un avvocato, ma preferirei se in queste leggi fosse chiaro il collegamento tra estremismo e quello che nell’ordinamento del Regno Unito viene definito reato di incitamento alla violenza. All’atto pratico le leggi russe sono quasi delle leggi contro le opinioni che risultano sgradite, per una qualsiasi ragione, a chi è al potere in quel momento. La loro applicazione contro i Testimoni di Geova fa chiaramente parte di questa categoria. Non esiste testimonianza di cui io sia a conoscenza del fatto che i Testimoni di Geova incitino altri alla violenza. Tutt’altro”.

DOTT. JAMES CHRISTIE, docente di Teologia del Dialogo e preside del Ridd Institute for Religion and Global Policy; docente del Master of Divinity Programme, United Centre for Theological Studies, University of Winnipeg; presidente del Project Ploughshares, Conrad Grebel University College, University of Waterloo (Canada) – “Ci sono vari problemi con la legislazione che riguarda i Testimoni di Geova. Stiamo assistendo a una grave limitazione della libertà di religione, in violazione della Dichiarazione [Universale] dei Diritti dell’Uomo delle Nazioni Unite, in particolare dell’articolo 18, che sancisce il diritto di manifestare la propria religione, sia in pubblico che in privato, isolatamente o in comune. La parola “estremista” è vaga. Inizialmente indicava organizzazioni che commettevano atti di terrorismo e violenza. Questa descrizione non si adatta in alcun modo ai Testimoni di Geova, che si oppongono con decisione alla guerra e a ogni tipo di violenza. So che nella legislazione russa il termine viene parzialmente definito ‘che alimenta i conflitti razziali, etnici o religiosi’, cosa che ancora una volta non descrive accuratamente i Testimoni in nessun modo. Essi invece sono un’organizzazione internazionale e multirazziale che si rivolge a persone di tutte le etnie e le lingue”.

DOTT. GEORGE CHRYSSIDES, responsabile del Corso di Religione, University of Wolverhampton; ricercatore onorario di religione contemporanea, York St. John University e University of Birmingham (Regno Unito) – Niente di quello che so o che ho visto nella mia conoscenza personale di singoli Testimoni mi porterebbe e pensare che ci sia qualcosa di estremistico nelle loro tradizioni”.

DOTT. SILVIO FERRARI, presidente onorario dell’International Consortium for Law and Religion Studies, codirettore dell’Oxford Journal of Law and Religion, cofondatore dell’European Consortium for Church and State Research, professore di Diritto Ecclesiastico e di Diritto Canonico presso l’Università di Milano (Italia) – “Penso che le leggi russe contro l’estremismo e la loro applicazione nei confronti dei Testimoni di Geova e di altri gruppi religiosi siano il peggior esempio di processo di securizzazione della religione e della libertà religiosa che, in misura più moderata, si può notare anche in altri paesi europei. Gli elementi più preoccupanti sono due: tali leggi permettono una notevole ingerenza dello Stato nell’organizzazione interna e nelle dottrine delle comunità religiose e creano discriminazioni tra le comunità religiose stesse”.

PROF. ELIZABETH CLARK, direttrice associata, consulente per l’Europa centrale e orientale, International Center for Law and Religious Studies, Brigham Young University (Stati Uniti) – “L’applicazione delle leggi contro l’estremismo per mettere al bando gruppi religiosi non violenti come i Testimoni di Geova è un abuso evidente di una legge non molto chiara. Tenendo conto dell’ampia definizione di ‘estremismo’ data dai procuratori e dai tribunali, ogni religione potrebbe essere perseguita legalmente. Data la mancanza della minaccia reale di un rischio imminente — nessuno ha infatti affermato che i Testimoni di Geova rappresentino una minaccia — metterli al bando costituisce una violazione della Costituzione russa e delle leggi internazionali”.

DOTT. ZOE KNOX, docente associato di Storia Moderna della Russia, University of Leicester (Regno Unito) – “Se si definisce in maniera molto vaga il termine ‘estremismo’ come ‘ciò che non è tradizionale o non è ortodosso’, la flessibilità del termine lo rende soggetto a varie applicazioni. Una definizione a così ampio raggio, tale da includere anche i Testimoni di Geova, sembra aver di mira ciò che non è tradizionale piuttosto che quello che costituisce realmente una minaccia. Esiste un livello significativo di continuità tra il trattamento riservato ai Testimoni di Geova nel periodo sovietico e in quello post-sovietico, dai messaggi dei media fino agli atteggiamenti politici”.

DOTT. ERIC PATTERSON, docente e preside, Robertson School of Government, Regent University (Stati Uniti) – “Il problema di questa cosiddetta legge contro l’estremismo è che è stata chiaramente ideata per attaccare le minoranze religiose, e non i terroristi”.

PROF. FRANK RAVITCH, docente di Diritto, Walter H. Stowers Chair of Law and Religion, Michigan State University (Stati Uniti) – “A meno che non si definisca ‘estremista’ tutto ciò che è al di fuori della norma, è ridicolo etichettare i Testimoni di Geova come estremisti. Va contro tutto quello che so sulla teologia e l’ideologia dei Testimoni”.

DOTT. ALAR KILP, docente di Politica Comparata, Institute of Government and Politics, University of Tartu; coorganizzatore di “Religion and Politics in Russia and Eastern Europe”, Centre for EU-Russia Studies (Estonia) – “Conflitti e crisi politiche tendono a ripercuotersi in campo religioso. In Russia le ragioni per una lotta ancora più intensa contro l’estremismo sono politiche, non religiose. Al momento i Testimoni di Geova della Russia sono diventati vittime pur non essendo colpevoli”.

DOTT. EMILY BARAN, ricercatore di storia della Russia e dell’Europa orientale, Middle Tennessee State University (Stati Uniti) – “L’opposizione dello Stato contro i Testimoni di Geova in Russia ha una lunga storia che risale al periodo sovietico. I Testimoni di Geova sovietici si rifiutavano di votare, svolgere il servizio militare, comprare titoli di stato, unirsi al Partito comunista o abbracciare l’ideologia ufficiale. Anche se subirono incredibili pressioni per rinnegare la loro fede, i Testimoni continuarono a riunirsi in case private e a dichiarare la propria fede ad altri. Il loro rifiuto di appoggiare il regime sovietico portò a decenni di dura persecuzione, incluso l’esilio di massa in remote aree della Siberia. Il governo sovietico arrestò e imprigionò i Testimoni per decenni, arrivando al punto di privare i genitori dei propri figli. Inoltre il regime diffuse una propaganda sensazionalistica che dipingeva i Testimoni come criminali, traditori e devianti. Non c’è da sorprendersi che, pur essendo passati più di 20 anni dalla caduta dell’Unione Sovietica, gli effetti di questa prolungata ostilità e della persecuzione si sentano ancora oggi”.

DOTT. GIAMPIERO LEO, vicepresidente del Comitato per i Diritti Umani del Consiglio Regionale del Piemonte (Italia) – “Sinceramente una decisione del genere mi sembra veramente ‘fuori misura’. Specie in un momento drammatico come questo, nel quale dovrebbe essere evidente chi e cosa sono i veri estremisti. Quello dei Testimoni di Geova è un movimento che produce pace; il loro pensiero e la loro realtà sono assolutamente non violenti”.

MELISSA HOOPER, avvocata, direttrice, International Law Scholarship Project/Pillar Project, Human Rights First; ex direttrice di zona, Rule Law Initiative (Mosca), American Bar Association (Stati Uniti) – “Sostanzialmente la legge è troppa ampia. La sua formulazione consente alle forze dell’ordine di arrestare o minacciare individui con convinzioni religiose impopolari o semplicemente sgradite al governo. Esempi comuni sono gli arresti di testimoni di Geova, di appartenenti ad altri gruppi minoritari e persino di atei. Fondamentalmente la legge è stata usata per proteggere i punti di vista ortodossi condivisi dal governo, e punire le idee percepite come alternative o minacciose per l’ortodossia”.

DOTT. BASILIUS GROEN, UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura), docente di Dialogo Interculturale e Interreligioso per l’Europa sudorientale, Università Karl-Franzens; professore di Liturgia e Teologia Sacramentaria, direttore dell’Istituto per la Liturgia, l’Arte Cristiana e l’Innologia, Università di Graz (Austria) – “Sebbene i Testimoni di Geova siano una denominazione cristiana e basino i loro insegnamenti sulla Bibbia, molti russi li considerano ‘non cristiani’, ‘non patriottici’ (dato il loro rifiuto di svolgere il servizio militare), una ‘minaccia’ e simili. No, io credo che l’etichetta ‘estremisti’ non sia corretta”.

ERIC RASSBACH, vice rappresentante legale, The Becket Fund for Religious Liberty (Stati Uniti) – “I Testimoni di Geova dovrebbero essere liberi di professare la propria fede in Russia, così come fanno in altri paesi. La libertà di credere in una religione e di agire di conseguenza all’interno della sfera pubblica è un diritto fondamentale dell’uomo, tutelato da molti trattati sui diritti umani e dalle leggi internazionali, come il Patto internazionale sui Diritti civili e politici, la Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo e la Costituzione russa. Ai Testimoni di Geova questo diritto dovrebbe essere pienamente riconosciuto”.

DOTT. SHAWN PETERS, docente di religione e diritto, University of Wisconsin (Stati Uniti) – “Sono sorpreso e sgomento nel sentire che i Testimoni di Geova sono stati definiti estremisti, cosa che sembra intenzionalmente volta a screditare i loro obiettivi sinceri. Il grande impegno dei Testimoni nel professare e diffondere la loro religione difficilmente può rappresentare una minaccia per la Russia, e metterli al bando, oltre al fatto che non contribuirebbe a migliorare la sicurezza e l’ordine pubblico in Russia, significherebbe inferire un duro colpo alla libertà religiosa e ai diritti umani”.

PROF. ROBERT BLITT, docente di Diritto, University of Tennessee; ex specialista di Diritto internazionale della Commissione statunitense sulla libertà religiosa internazionale (Stati Uniti) – “La risposta è no. In primo luogo, una tale decisione si basa su una definizione molto ampia di estremismo che non identifica chiaramente fattori quali violenza o gravi forme d’odio come elementi necessari per l’esistenza del reato, e invece comprende potenzialmente tutte le forme di espressione. Secondo, mettere completamente al bando le organizzazioni è un segnale di incapacità da parte del governo di identificare altre potenziali misure per limitare le pratiche estremiste. Un’azione punitiva così drastica da parte del governo deve dare luogo a un controllo giurisdizionale indipendente che verifichi se tale azione sia proporzionata e necessaria a far fronte alla minaccia percepita. Sebbene nel caso di gruppi religiosi come i Testimoni di Geova la condanna di estremismo e la proscrizione non siano giustificabili, il quadro legislativo difettoso appena descritto permette che vengano intraprese questo genere di azioni”.

PROF. PASQUALE FERRARA, professore associato, docente di Diplomazia, Facoltà di Scienze Politiche dell’Università Internazionale degli Studi Sociali Guido Carli (LUISS); docente di Relazioni internazionali e processi integrativi, Istituto Universitario “Sophia”, Figline e Incisa Valdarno (Italia) – “No, affatto! Penso sia un errore, e non si adatta a una politica a favore della libertà di religione”.

DOTT. JAVIER MARTÍNEZ­TORRÓN, docente di Diritto e direttore del Dipartimento di Diritto Ecclesiastico presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Complutense (Spagna) – “Non condivido alcune delle cose in cui credono, ma penso sia inaccurato e sproporzionato definire i Testimoni di Geova ‘estremisti’ nel senso inteso dalle autorità russe”.

DOTT. JIM BECKFORD, membro della British Academy; professore emerito di Sociologia, University of Warwick; ex presidente della Society for the Scientific Study of Religion (USA), (Regno Unito) – “Esiste un rapporto di connivenza tra elementi interni alla Chiesa Ortodossa Russa e le forze dell’ordine per promuovere gli interessi della Chiesa e per sopprimere qualsiasi possibile competizione”.

DOTT. GERHARD BESIER, professore emerito di studi europei, Politecnico di Dresda; docente, Stanford University; Istituto Sigmund-Neumann per la Ricerca della Libertà e della Democrazia (Germania) – “Un vero russo, se cristiano, fa parte della Chiesa Ortodossa Russa. I russi che appartengono all’organizzazione religiosa ‘sbagliata’ vengono isolati ed esclusi dalla società. Perciò i diritti civili dei Testimoni di Geova vengono sfacciatamente violati”.

DOTT. MARK ELLIOTT, fondatore dell’East-West Church and Ministry Report, Asbury University, Kentucky (Stati Uniti) – “Da quello che ho capito, l’ostilità contro i Testimoni di Geova è dovuta più al loro successo nel proselitismo che alle loro dottrine o alla loro versione delle Scritture. Paradossalmente il loro numero è cresciuto, in parte perché loro prosperano nella persecuzione. Inoltre sotto il regime sovietico le deportazioni ebbero un effetto opposto a quello sperato. Nel biennio 1951-1952 si stima che circa 7.000 Testimoni furono deportati in Asia centrale e in Siberia, cosa che servì solo a far diffondere maggiormente il loro messaggio. Così la loro diffusione in tutto il paese fu dovuta più all’opera involontaria del Cremlino che all’attività di proselitismo dei Testimoni. Dato che nel passato sono sopravvissuti alla repressione sovietica, allo stesso modo ci si aspetta che i Testimoni di Geova sopravvivano all’attuale proscrizione”.