L’ufficio del procuratore generale della Federazione Russa ha inviato all’organizzazione dei Testimoni di Geova in Russia una lettera formale che annuncia la proscrizione del culto, sebbene in Russia ci siano quasi 180.000 Testimoni di Geova. L’ultimatum scade il 23 settembre. La lettera minaccia lo scioglimento dell’ente giuridico in Russia a meno che i Testimoni di Geova cessino quelle che il governo definisce attività estremiste.

“Questo ultimatum ha implicazioni molto estese e preoccupanti – dicono preoccupati dalla comunità pugliese -. Ingiunzioni del genere, infatti, spesso preludono a una escalation di violazioni di diritti umani verso molti altri cittadini e organizzazioni. Lo conferma il fatto che il 20 luglio scorso sia entrata in vigore in Russia una nuova legge che criminalizza qualsiasi individuo o associazione religiosa “diffonda informazioni sulle proprie credenze” senza il permesso del governo. Una nuova legge che alcuni considerano più dannosa per la libertà di espressione e di culto rispetto alle leggi in vigore nell’ex Unione Sovietica”.

Irina Tverdohlebova, membro della comunità che vive in Italia da 15 anni e svolge la sua opera di evangelizzazione nella provincia di Bari, esprime tutte le proprie perplessità sulla vicenda. “Sono nata nella Repubblica Moldova da genitori russi – dice -. Appartenevo alla minoranza russa e con la caduta dell’Unione Sovietica ho conosciuto la persecuzione. Questo è il motivo che mi ha indotta a fuggire dal mio paese. Ora sono veramente preoccupata per l’entrata in vigore di questa legge in Russia, sono scossa, mi sembra vivere di nuovo quei momenti angoscianti. Mi sorprende e mi addolora che i Testimoni di Geova conosciuti da più di un secolo, anche nei tempi dell’Unione Sovietica, come promotori e operatori di pace, possano essere considerati estremisti”.

Inga Skantseva, una Testimone di Geova che si associa alla comunità religiosa locale, ha aggiunto: “Sono sconcertata per ciò che sta accadendo nel mio paese, speravo che finalmente il vento fosse cambiato, che la libera espressione di pensiero e di culto fosse stata conquistata… Ora sono preoccupata per i pericoli cui questi sviluppi espongono i miei familiari e i miei amici che vivono lì”.