Dopo aver scritto in prosa e in musica i disagi subiti da bambini, genitori e insegnanti delle scuole del secondo circolo didattico di Casamassima, apprendiamo con piacere che il personale docente ha preso il toro per le corna, per affrontare una situazione diventata intollerabile. Tutto ciò nonostante le rassicurazioni arrivate dall’amministrazione comunale. Poche aule, troppi bambini, lavori in corso durante le lezioni, palestra usata come deposito, rumori di martelli pneumatici, due bagni per cento piccoli alunni. Gli insegnanti, accompagnati da genitori e altri cittadini si incontreranno lunedì 24 ottobre, alle 10.30, all’esterno della scuola dell’infanzia Collodi.

LA LETTERA APERTA – «Che io possa avere la forza di cambiare le cose che posso cambiare, che io possa avere la pazienza di accettare le cose che non posso cambiare, che io possa avere soprattutto l’intelligenza di saperle distinguere».

La comunità educante della scuola Rodari di Casamassima è certa che sia arrivato il  momento di poter cambiare. Ma cambiare cosa? A tutta la città di Casamassima è ormai nota la difficile situazione nella quale da mesi si trova il 2° Circolo Rodari. Il nostro non è e non vuole essere un attacco nei confronti di nessuno, ma tutti noi sentiamo il bisogno di rendere partecipe l’ utenza del nostro disagio. Siamo rimasti in silenzio, mentre tutti, ma proprio tutti, anche i meno titolati, facevano sfoggio del loro sapere, circa l’organizzazione di una scuola. Riempiendo social, bar, piazze e mercati delle fantasie più inquietanti riguardanti la Scuola Rodari, la Collodi e perché no anche la Ciari e con esse la Dirigente, le maestre/i tutti, i collaboratori e tutto il personale dedito all’istruzione dei vostri (nostri) figli.

Si è detto di tutto e di più: dall’organizzazione oraria alla possibilità di sopprimere ore di questa o di quella materia o disciplina, presupponendo che esistano materie meno importanti di altre che possono essere sacrificate sull’altare del “facciamo finta che”.
Come professionisti della scuola, stiamo avvertendo ogni giorno un malessere sempre più forte. Non è facile spiegare ad un bambino perché, mentre ascolta un cd in inglese, o sta leggendo, visionando un filmato, lui, i suoi compagni, la sua maestra o il suo maestro debbano essere martoriati da incessanti rumori provenienti ora da un martello pneumatico, ora da una smerigliatrice o essere costretti a tenere le finestre chiuse, onde evitare di essere invasi dalla nuvola di polvere sprigionatasi a causa dell’utilizzo di tali attrezzi.

Non è semplice far comprendere ai nostri piccoli che, se per il momento non potrà andare in palestra a svolgere le sue attività di educazione motoria è perché la palestra è occupata da materiale in deposito. Noi insegnanti lo faremo comunque muovere perché lui è un bambino e ha diritto a non stare 5 o, peggio, 8 ore fermo nel banco. Come spiegare ai non addetti ai lavori che la palestra, al momento, non rappresenta solo un luogo deputato all’attività motoria? Infatti, con i lavori in corso, molte delle zone predisposte all’insegnamento alternativo alla didattica frontale (laboratori) sono interdette all’utilizzo.

Con grande fatica, il personale scolastico aveva provveduto a ricavare uno spazio nella palestra fruibile per tutte queste attività. Tale spazio dal 21 settembre ad oggi è occupato da infissi. Infissi? Anche qui si è creata un’emergenza, chiedendo alla scuola, in maniera del tutto estemporanea, di svolgere le attività di montaggio degli stessi in orario di attività didattiche/lavorative e accusandola di mancata collaborazione perché abbiamo richiesto il rispetto delle normative in materia di sicurezza. Vogliamo, inoltre, rendere noto l’enorme disagio che stanno vivendo insegnati e bambini del plesso “Collodi”, costretti a frequentare a giorni alterni in locali del tutto inadeguati.

Ci preme condividere la sofferenza provata nel prendere certe decisioni ma, d’altra parte il Comune non ci aveva consegnato un’alternativa, soltanto quattro aule contigue ad un cantiere e due locali (non aule) in un altro plesso. Come avremmo potuto procedere, diversamente, pur consapevoli dei disagi che andavamo a creare soprattutto nei piccoli alunni? Un dato, ci confortava, la promessa pubblica del Sindaco, durante l’incontro con i genitori nella sala consigliare, il 15 settembre di consegnarci il “Majorana” entro 45 giorni.

Noi docenti siamo stati i primi a placare le ire di alcuni genitori i quali, giustamente, erano molto preoccupati fin dall’inizio dell’anno scolastico. Ma ora, con il tempo trascorso senza il barlume di una risoluzione dignitosa e nel rispetto della nostra professionalità, riconosciamo che non è più proponibile continuare la frequenza nel plesso Collodi, considerato che i bambini non hanno mai potuto disporre, anche con il bel tempo, degli spazi esterni. Che non possono avere a loro disposizione un salone per attività ludiche e di movimento restando chiusi nelle sezioni per otto ore.

Non trovate sia scandaloso che 100 bambini debbano fruire di soltanto 2 gabinetti in otto ore di frequenza? E non vogliamo parlare della confusione che si ripercuote anche sul plesso Ciari, costretto ad ospitare alunni in un numero che supera l’effettiva capienza degli ambienti didattici. Abbiamo accettato di tutto, in nome di quella collaborazione che oggi ci viene rinfacciata. Ma non c’è più tempo, non è più tempo di tollerare. Ora, proprio riconoscendoci in quelli che sanno discernere, tra ciò che non è possibile cambiare da ciò che si può, invece, cambiare, ci uniremo tutti alla manifestazione di protesta organizzata dai genitori del Plesso Collodi e, insieme a loro, faremo salire alto il nostro grido di assoluta contrarietà e civile rabbia per quello che stiamo subendo.