Da quando il presidente delle FAL, Matteo Colamussi, ha deciso che anche il personale viaggiante deve usare il badge per registrare gli orari di inizio e fine dei turni di lavoro, è passato poco più di un anno.

A maggio del 2015 eravamo andati a sentire le voci degli autisti, i dipendenti dell’azienda di trasporto pubblico. Già allora avevamo trovato un clima ostile e pochi dipendenti disposti a parlare. Tra le motivazioni c’era il turno frammentato o la difficoltà di timbrare il cartellino in alcune sedi FAL per chi svolge il proprio dovere alla guida dei mezzi, non dietro una scrivania. Il video è inedito. Abbiamo aspettato prima di pubblicare le immagini, in attesa di capire l’evolversi della faccenda.

La situazione sembra essere persino peggiorata. Autisti e macchinisti pare abbiano iniziato da qualche settimana un’insolita forma di protesta. Le corse, secondo le decine e decine di lamentele che abbiamo ricevuto sulla nostra email e raccolte sulla pagina Facebook delle FAL, sembrano portare ritardi esorbitanti.

Si parla di autisti che viaggerebbero appositamente rispettando pedissequamente il limite di velocità, solo per creare disagi all’azienda, ma in realtà a pagarne le conseguenze sono solo i pendolari. L’azienda aveva anche promesso, sempre tramite un messaggio di risposta sui social, che avrebbe controllato l’operato degli autisti e, in caso di concrete irregolarità nel servizio, avrebbe preso provvedimenti disciplinari. Quel che è certo è che le corse soppresse e i ritardi continuano.

E se poi le FAL ci mettono il carico da novanta, la frittata è bella che pronta. Da qualche giorno, infatti, circola voce – tutta da confermare – che l’azienda abbia in mente di anticipare gli orari delle corse di dieci minuti, come se istituzionalizzasse questa forma di protesta. Qualora così fosse, tutte le lamentele dei pendolari andrebbero a farsi benedire. Già gli esponenti del Movimento 5 Stelle hanno ascoltato in audizione le ragioni del personale viaggiante, e hanno invitato l’azienda a rivedere gli orari e le tratte. Al momento nulla di sicuro. Le uniche certezze sono i continui ritardi e i disagi per i viaggiatori che, con il prezzo del biglietto, subiscono passivamente anche tutte le beghe interne all’azienda.