Dopo il crollo dell’intonaco in un’aula piena di bambini, e la conseguente chiusura per qualche giorno, proseguono gli interventi di manutenzione nella scuola “Piccinni”. Al fine di non interrompere l’attività didattica, da giovedì 14 aprile otto classi saranno trasferite presso la scuola Melo, in via Maggiore Turitto. Gli interventi dovrebbero concludersi entro una settimana.

«Abbiamo voluto estendere i controlli in tutte le aule della scuola – dichiara l’assessore Galasso – e abbiamo deciso di effettuare piccoli interventi di manutenzione preventiva a garanzia della salubrità degli ambienti scolastici. Mercoledì saranno effettuati gli interventi di pulizia e giovedì potranno rientrare a scuola quasi tutti gli alunni, con la sola eccezione di quelli delle otto classi del secondo piano, per le quali sarà necessario qualche giorno in più».

L’episodio però non ha lasciato indifferente l’opposizione, il consigliere di Fratelli d’Italia- Alleanza nazionale Filippo Melciorre ha infatti chiesto di non limitare i controlli alla Piccinni: «Urge un censimento dello stato degli immobili scolastici di competenza comunale al fine di verificare la sicurezza degli stessi». Una richiesta che ha formalizzato in sede di Commissione qualità chiedendo al Sindaco e agli Assessori ai lavori pubblici e alla pubblica istruzione un’analisi dettagliata di quanto accaduto.

«Un episodio gravissimo che fortunatamente non ha prodotto danni a bambini e adulti – ha detto Melchiorre – non si può più parlare di casualità o di fatalità. Ogni anno assistiamo a troppi casi di crolli di solai, tetti, controsoffitti, distacchi di intonaco, caduta di finestre, che interessano gli istituti scolastici del nostro Paese. Dove e come sono stati impiegati gli ingenti fondi previsti nella tanta sbandierata ‘Buona scuola’ di Renzi? E perché ancora non è stata completata l’anagrafe dei beni scolastici in tutti i Comuni italiani? Nel frattempo  – conclude il consigliere di opposizione – le nostre scuole, lì dove ci si aspetta di trovare un luogo accogliente e sicuro per i nostri figli, cadono a pezzi, sono spesso fatiscenti e a rischio crollo, soprattutto quelle costruite prima degli anni Ottanta che sono quasi la metà in tutto il Paese».