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Il presidente dell'Amiu Grandaliano

Sbato scorso, fuori dal turno di servizio, un dipendente è tornato nella sede barese dell’Amiu è ha rubato 1.400 euro dall’interno di una cassaforte. L’uomo è stato sospeso e nei suoi confronti sono state avviate le procedure di licenziamento. Dell’ammanco, il lunedì successivo, si erano accorti i dipendeti dell’ufficio contabile. Il presidente Gianfranco Grandaliano non ha perso tempo e quello stesso pomeriggio si è recato con i video delle telecamere di sorveglianza dai Carabinieri per formalizzare la denuncia. Il giorno dopo è partita la lettera di contestazione e il dipendente, che lavora alla portineria, ha restituito la quasi totalità del maltolto.

La situazione, essendo l’Amiu una municipalizzata, non è così semplice. Ci sono altri casi analoghi in Italia di dipendenti infedeli, salvati dal licenziamento per aver restituito il bottino. L’intenzione dell’azienda, però, è quella di farla pagare cara al dipendente che, occupandosi della portineria, aveva facile accesso alla struttura anche in orari diversi da quelli del regolare turno di lavoro. Dopo il caso Diomede, un’altra gatta da pelare per Grandaliano, rimasto solo alla guida dell’azienda ormai da troppo tempo dopo l’abbandono dei due dirigenti comunali messi dal sindaco e dal direttore generale all’interndo del Consiglio di amministrazione. Secondo alcune indiscrezioni, pare che il portiere dalla mano lunga non sia vicino a nessun clan.

“Siamo nelle condizioni di accertare simili episodi in brevissimo tempo – spiega il presidente Grandaliano – abbiamo un efficace sistema di videosorveglianza. Sono andato personalmente a denunciare tutto ai Carabinieri, il pomeriggio stesso in cui mi è stato comunicato l’ammanco di cassa. Non possiamo tollerare simili comportamenti e quindi non potevamo fare a meno di sospendere il dipendente”.