In merito alla bufera esplosa attorno all’istituto Maiorana, sui presunti illeciti nella gestione della preside, Paola Petruzzelli, la dirigente, tramite i suoi avvocati, affida a una nota stampa la propria versione dei fatti, che pubblichiamo di seguito.
Dal canto nostro, premesso che ancora una volta invitiamo la preside a voler chiarire la propria posizione al nostro microfono e premesso che non ci siamo inventati niente, ma abbiamo riportato quanto espresso dagli ispettori dell’U.S.R. nel loro verbale depositato, per ora, tra le tante che vorremo porle, facciamo una sola domanda alla professoressa Petruzzelli: se è tutto vero quanto lei afferma, che il suo operato è sempre stato in linea con i principi di legalità e che questo castello di accuse è falso e diffamante, come mai è stata sospesa dalle sue funzioni e dal suo stipendio per un mese?
Intanto, sul sito dell’istituto è comparso un avviso di convocazione per martedì 20 ottobre alle 16.30, la preside incontrerà i genitori degli alunni di tutte le sedi nell’auditorium di via Tramonte 2, nel plesso al quartiere San Paolo. Evidentemente subito non si può. Tra sette giorni.

In merito ad alcune notizie apparse nei giorni scorsi, la dirigente dell’istituto
Majorana di Bari, Paola Petruzzelli, mio tramite, intende chiarire la vicenda oggetto di alcuni articoli corredati anche da audio e video. Articoli che hanno profondamente turbato la sua persona e la sua famiglia perché lesivi e gravemente nocivi dell’Istituzione Scuola.
È il caso di sottolineare che l’operato della dirigente è stato sempre in linea con i
principi di diligenza, correttezza e fedeltà, nonché sempre votato all’interesse pubblico e degli alunni; né è mai mancata la vigilanza sull’attività amministrativa di competenza della scuola.
In particolare, con riferimento a quanto riportato dai media, prescindendo dalla
circostanza che la dottoressa Petruzzelli ha agito nella completa trasparenza e legalità, la stessa, evidenzia che, a differenza da quanto si legge negli articoli giornalistici, la Palestra è stata regolarmente data in concessione ad associazioni sportive, così come previsto dal regolamento della Città Metropolitana, le quali hanno versato, sempre con l’autorizzazione del Consiglio d’istituto, il dovuto contributo.
Per quanto concerne la Dimora del Barone, struttura confiscata alla mafia e affidata
alla Cooperativa Majorana (costituita da alunni e professori dell’istituto e dove prestano attività lavorativa giovani diplomati di maggiore età regolarmente retribuiti), la mia assistita precisa di non essere più presidente del consiglio di amministrazione da molti mesi e di aver rinunciato al ruolo spontaneamente per evitare qualsivoglia equivoco. Piuttosto l’istituto ha beneficiato del lavoro svolto dai componenti della Cooperativa, grazie anche alla fornitura di attrezzature, materiali e sponsorizzazioni, come documentato nei verbali del Consiglio di Istituto.
 
Inoltre, pare inammissibile, essere additati per aver sviluppato il progetto di
produzione e commercializzazione della birra artigianale e biologica che ha solo dato lustro all’Istituto e che ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti nazionali e internazionali.
Si rammenta, inoltre, che tutte le iniziative e le progettualità sono state partecipate dall’ Ufficio scolastico regionale e poi pubblicizzate, come si evince dalla rassegna stampa presente sul sito dell’Istituto. E che quella del “Majorana” è il vero esempio di “Buona scuola” e non “una facciata di Buona scuola”, come assurdamente etichettata. Una “Buona scuola” che ha contribuito all’arricchimento dell’offerta formativa degli iscritti oltre che dell’immagine dello stesso Istituto; basta calcolare che con la dirigente Petruzzelli il numero degli iscritti è notevolmente incrementato: da 900 a ben 1600 attuali.