La sicurezza dei passeggeri e del personale che viaggia sui mezzi pubblici è un problema a cui abbiamo dovuto dare spazio più volte nelle pagine di cronaca. Non parliamo di mezzi obsoleti che andrebbero rottamati, ma dei numerosi atti vandalici per mano dei soliti cretini o, peggio ancora, delle numerose aggressioni avvenute sugli autobus. Il 3 settembre scorso, per esempio, dei ragazzi hanno fatto esplodere un petardo e per colpa loro l’autista è finito al pronto soccorso, il 17 luglio due passeggeri se le sono date di santa ragione, sotto gli occhi esterrefatti dei presenti che hanno dovuto chiamare i Carabinieri, il giorno prima un clochard è stato massacrato di botte. Il 4 luglio un gruppo di ragazzi che fumava sul mezzo ha picchiato violentemente l’autista, giustamente intervenuto dopo le proteste dei passeggeri. Di questo passo potremmo andare avanti all’infinito.

Consapevoli di cosa significa rischiare tutti i giorni, gli autisti dell’Amtab hanno preso a cuore la situazione di Luana Zaratti, una verificatrice dell’Atac di Roma presa a testate durante il turno di lavoro. Frattura del setto nasale, ma quel che è peggio, emorragia cerebrale a distanza di tre mesi per colpa di una scheggia. Per quei tre mesi trascorsi, l’Atac non mette in relazione l’emorragia con l’aggressione, ma intanto Luana ha bisogno di cure e terapie che costano. Così è iniziata una raccolta fondi organizzata dai colleghi della verificatrice dell’azienda romana del trasporto pubblico a cui Bari darà il suo contributo: «Sappiamo bene cosa significhi essere aggrediti – ci ha detto Leonardo Laserra, Responsabile per la sicurezza dei lavoratori dell’Amtab – purtroppo anche a Bari si sono verificati diversi episodi del genere e più volte si è parlato di sicurezza a bordo, con telecamere e agenti. Per fortuna finora non siamo arrivati al livello di quanto subito dalla collega romana. Ci stiamo muovendo per organizzare qualcosa di utile e fatto bene, la sua storia ci ha molto colpiti, quello che è successo a Luana sarebbe potuto succedere a ognuno di noi».