Il Laboratorio funziona? Chiudiamolo. Sembra essere questo lo stantìo filo conduttore del processo di privatizzazione iniziato nel 2012, che lentamente sta smantellando nei sui gangli vitali e produttivi non solo l’associazione nazionale della Croce Rossa Italiana ma anche i vari servizi che, radicati nel territorio e nel cuore della popolazione, sostituivano lo Stato in molte delle sue carenti manifestazioni.

Già, perché qual è il compito di un ente pubblico non economico se non quello di sussidiarietà e di ausiliarietà, detto alla romana: “dove non arriva lo Stato ecco chi lo sostituisce in maniera indolore per i cittadini e li utenti?”

Proprio a Roma, esattamente in via Ramazzini 15, esisteva da oltre trent’anni un centro ambulatoriale all’interno della struttura chiamata Laboratorio Centrale, che si occupava con due progetti, denominati Uomo e Donna, di eseguire un pacchetto di visite specialistiche e le conseguenti analisi di laboratorio ad un prezzo che, se sicuramente non convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale, era accessibile per quasi tutte le tasche, visto il tutto esaurito che la lista prenotazioni faceva registrare.

Per circa 300 euro, fatturati e detraibili fiscalmente, si poteva in una giornata usufruire di analisi mediche, mammografia, visite con oculista, endocrinologo, ginecologo, angiologo, e tanti altri specialisti compensati da Croce Rossa Italiana che, dedotti questi costi, riusciva a ricavarne un guadagno.

Da qualche mese questo pacchetto non è più prenotabile, nonostante ci sia ancora un drappello di cittadini che tutte le mattine prova a mettersi in fila davanti al portone di via Ramazzini. La struttura è stata smantellata e i medici hanno vista revocata la convenzione. Tu chiamala, se vuoi, privatizzazione.