“Non solo dobbiamo tornare rapidamente a un orario scolastico normale, anche distribuendolo su diverse fasce orarie, ma dobbiamo fare il possibile, con le modalità più adatte, per recuperare le ore di didattica in presenza perse lo scorso anno, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno in cui la didattica a distanza ha incontrato maggiori difficoltà. Occorre rivedere il disegno del percorso scolastico annuale, allineare il calendario alle esigenze derivanti dall’esperienza vissuta all’inizio della pandemia”.

Il premier Draghi, nel suo primo discorso al Senato, ha chiarito che uno dei primi obiettivi del nuovo Governo è quello di riportare al più presto, in sicurezza, tutti gli studenti in classe.

Il Comitato tecnico scientifico, preoccupato dalle nuovi varianti, frena. “C’è il sensato rischio che si riapra un ciclo di chiusure degli istituti scolastici”, affermano gli scienzati.

Il nuovo ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, starebbe valutando l’idea di allestire dei pronto intervento sanitari mobili in tutte le città, gestiti dalla Protezione Civile o dall’esercito, che siano in grado di intervenire subito negli edifici scolastici e circoscrivere i possibili cluster.

Intanto c’è attesa per la nuova ordinanza regionale di Emiliano. L’ultima, la numero 41, entrata in vigore lo scorso 8 febbraio, prevede fino al 20 l’apertura delle superiori fino al 50%, per le altre scuole resta la possibilità di scegliere la didattica digitale ingrata da parte dei genitori. Da capire se il governatore della Regione Puglia confermerà quest’assetto.