Torniamo a parlare dello stabilimento barese Skf, salito agli onori della cronaca qualche mese fa per la produzione di alcuni cuscinetti, da montare su auto elettriche di un cliente cinese, risultati difettosi.

L’azienda ha individuato le responsabilità nel lavoro di due operai, prima sospesi e poi licenziati. La decisione, che ha causato anche un malore a uno dei due lavoratori, ha provocato una protesta attiva da parte di tutto il personale dello stabilimento e dei familiari dei due operai.

Da giugno non si registrano novità o cambiamenti, si è ancora in attesa dell’udienza e nei prossimi giorni verranno esposti alcuni striscioni sui balconi di casa dei due operai coinvolti nella vicenda. Per loro è stato anche creato un comitato.

“Grande è la confusione sotto il cielo. I reparti ospedalieri pieni, le regioni colorate, positivi e negazionisti, i giovani a cui manca la scuola, i chiusi in casa che covano rabbia, il vaccino sperato, il mes, il recovery found, il presidente del consiglio che inventa parlamenti paralleli, Renzi che non ci sta ma vorrebbe ficcarsi, Berlusconi che brilla di nuovo ma come le luci di natale, a intermittenza. E infiniti talk show in televisione, dove si dice tutto e il contrario di tutto con la stessa comica serietà – si legge sul giornale MezzoCaffè: la sveglia dei lavoratori -. Ma non c’è solo la salute, da tutelare. C’è anche il lavoro. E noi come Comitato contro i licenziamenti non vogliamo dimenticare che alle disgrazie globali di questo 2020 si sono aggiunte le ingiustizie locali di lavoratori della zona industriale di Bari licenziati senza motivo”.

“Chi siamo noi per dire che sono stati licenziati ingiustamente? Infatti non lo abbiamo detto solo noi, lo hanno detto tutti i sindacati, dalla Cgil alla Cisl, dalla Uil al Fismic. Salvo dimenticarsene in fretta, troppo abituati a cercare l’accordo col padrone per non sentirsi a disagio davanti ai cancelli. Meglio buttare la palla in calcio d’angolo; ‘confidiamo nella giustizia’, i licenziati ‘avranno ragione in tribunale’, hanno detto i ‘sindacalisti’. Si, ma quando? Noi non vogliamo dimenticare che due lavoratori della Skf di Bari, e non soli, sono stati a giugno licenziati per qualcosa che non potrebbero mai aver commesso da soli, ammesso che sia stato – si legge nel post Facebook -. Un’ingiustizia provata anche dal fatto che dei rilevantissimi danni patrimoniali subiti dalla Skf per la presunta negligenza di due operai si è persa ogni traccia”.

“Anzi, dirigenti e capi baresi a settembre si sono andati per un paio di giorni a riunirsi in una location tanto costosa quanto prestigiosa, come se nelle sale riunioni aziendali le idee non venissero – continua -. Loro a Villa De grecis e due famiglie in mezzo alla strada.
Noi del Comitato contro i licenziamenti non solo non vogliamo dimenticare quanto è accaduto. Vogliamo anche prevenire gli ingiusti licenziamenti che si preparano. È così, purtroppo, appena smetterà il blocco le aziende faranno a gara per la chiusura dei reparti di produzione esattamente come in passato si fece a gara per la chiusura dei reparti ospedalieri. Il crollo dei consumi di ieri e di oggi è già diventato minore produzione di beni per domani”.

“Quindi l’unica strada è distribuire il lavoro che c’è. Riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, in questi casi, è semplice buon senso. Dunque vogliamo salute e lavoro. Più tamponi nei posti di lavoro, immediatamente; ritiro dei licenziamenti ingiusti; riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario per evitarne in futuro – conclude -. Ma soprattutto vogliamo arrivare al giorno del giudizio con la mobilitazione più larga possibile di lavoratori, studenti, disoccupati. Ecco il perché di questo Comitato. E chiediamo a tutti di aderire, per ora su Facebook, alla pagina ‘Tutti uniti per essere solidali con i due lavoratori della Skf licenziati’. O a questo numero: 338 6533386. QUESTA INGIUSTIZIA NON DEVE PASSARE!”.