Da un lato l’opposizione porta la relazione alla Procura della Corte dei Conti e annuncia la richiesta di una seduta monotematica di Consiglio Comunale sulla tanto discussa relazione del Mef; dall’altro il segretario generale del Comune di Bari, Mario D’Amelio, sull’argomento e sull’irregolarità degli atti del primo semestre 2016 decide di uscire con alcune precisazioni. Ma siccome i riflettori rischiano di spegnersi, proviamo ad affrontare singolarmente alcuni dei passaggi più sigificativi di questa benedetta relazione degli ispettori del Mef.

Il primo capitolo lo riserviamo proprio al segretario generale, uno di quelli che, a quanto pare, sta elaborando le controdeduzioni. D’Amelio, insieme al capo di gabinetto, Vito Leccese e a buona parte dei dirigenti comunali, però, sarebbe in conflitto di interesse, essendo stato chiamato in causa in maniera diretta dagli strabordanti ispettori. Controllore e controllato, ma anche controdeduttore non solo a difesa dell’Amministrazione comunale, ma anche e forse soprattutto di se stesso e dei benefici accumulati finora.

RETRIBUZIONE DI RISULTATO – Si ritiene che né la metodologia adottata dal Comune di Bari con deliberazione n.152/2002 nè l’applicazione che ne è stata fornita, perlomeno a decorrere dall’anno 2010, siano idonee a fondare il diritto del Segretario Generale alla percezione della retribuzione di risultato… Con proprio decreto del 2015 il sindaco del comune di Bari ha disposto che al Segretario Generale fosse attribuita una retribuzione di risultato pari al 10 per cento del monte salari per l’attività da questi espletata nell’anno 2014. Con determinazione dirigenziale gli è stata attribuita la retribuzione di risultato nella misura di 14.105,67 euro per l’attività espletata nel 2014.

MAGGIORAZIONE DELLA RETRIBUZIONE DI POSIZIONE – A tale riguardo si rileva che le modalità di determinazione del quantum, e prima ancora dell’an di tale emolumento accessorio, avrebbero dovuto essere rapportate alle condizioni sia oggettive che soggettive contemplate dal CCDI di livello nazionale dei Segretari Provinciali e Comunali 22.12.2003, attribuendo a ciascuna di esse un peso che rivestisse i caratteri della ragionevolezza e dell’adeguatezza. Una simile analisi appare del tutto mancante nel caso preso in considerazione, per quanto innanzi argomentato M.A. D’Amelio ha percepito a titolo di maggiorazione della retribuzione di posizione, l’importo di 21.432,97 euro negli anni 2010 al 2014, di 13.189,52 euro per i mesi da gennaio ad agosto 2015.

DIRITTI DI ROGITO – In un simile quadro, si ritiene che le modalità, sopra richiamate, con le quali sono stati riconosciuti dal Comune di Bari emolumenti a titolo di diritti di rogito, consistente nell’erogazione su base mensile della quota corrispondente a 1/3 dello stipendio in godimento, contravvenga a quanto previsto all’art 41 comma 4, della legge n. 312/1980, ai sensi del quale il terzo dello stipendio in godimento rappresenta solamente il limite massimo del quale può beneficiare il Segretario Generale. Il Segretario Generale ha percepito, a titolo di diritti di rogito, le somme di 23.509,44 euro nell’anno 2014, di 9.437,56 euro nei mesi da gennaio ad agosto 2015.

Gli ispettori parlano chiarissimo, ma probabilmente dovrebbero essere sbugiardati da terzi e non da quanti vengono chiamati in causa e adesso rischiano di risarcire di tasca propria. Tant’è. Una cosa ci perplime. Quanti segretari generali ci sono oggi al Comune di Bari? D’Amelio è in ferie dall’inizio del mese scorso e almeno fino alla metà i questo mese viene sostituito dall’avvocato Ilaria Rizzo nelle sedute di Giunta e Consiglio, ma le firme sulle note ufficiali, sono una volta dell’uno e una volta dell’altra. Siamo confusi, lo sono soprattutto i cittadini baresi, che pretendono la pubblicazione della versione integrale della relazione del ministero, come promesso in conferenza stampa e maggiore chiarezza rispetto a una questione che non è affatto tecnica, ma attiene alla gestione dei soldi di tutti e a come vengono spesi.