“Cancella le immagini, ho preso il numero di targa”. La minaccia è di una prostituta barese. Il dialetto non mente. La ragazza originaria dell’Est Europa, invece, dopo averci cacciato prendendoci a parolacce, prende il telefono e inizia a descrivere il nostro aspetto a qualcuno. Subito dopo una macchina ci segue. Osserva ciò che facciamo, ma non interviene, in fondo non ci stiamo fermando a far perdere tempo e clienti.

Le più impaurite sono le donne di colore. Scappano a piedi nudi in mezzo alla campagna o reagiscono lanciandoci contro sassi e ciabatte. In tante non hanno il permesso di soggiorno. Sono sfruttate, non ci sono dubbi, e gli sfruttatori sono nei paraggi. Venti donne, schiave, tante ne contiamo. Forse sono di più. Del posto, bianche, nere. L’integrazione in questo caso è ineccepibile purtroppo.

La strada provinciale 231, nel territorio di Terlizzi, ma anche prima e dopo il paese dei fiori, è una specie di mercato del sesso, più di quanto per esempio succede sulla provinciale che collega Adelfia a Rutigliano. Non solo prostitute a piedi. Dentro roulottes e casolari ci sono soprattutto donne di origine sud americana. Il viavai di clienti è continuo, anche con l’auto aziendale durante le ore di lavoro. È normale.

Nonostante i controlli e la task force comunale nata quattro anni fa, sulla provinciale è cambiato poco. Le attività di contrasto non mancano. Recentemente il Comune di Terlizzi è stato insignito dall’Associazione della Polizia Locale di un prestigioso premio nazionale per i risultati ottenuti nel contrasto dello sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. In tanti, però, lamentano che di fatto è cambiato poco.

“Quello che lei vede è oro rispetto a quello che avrebbe visto quattro anni fa – spiega il maresciallo della Polizia Locale, Nino Barione -. Ha visto che ci sono ancora le prostitute, ma quelle appiedate non le trovate nude, sono vestite. Per quelle che esercitano in luoghi chiusi, purtroppo non possiamo farci molto perché in Italia la prostituzione non è un reato. In quattro anni abbiamo arrestato 8 persone, denunciato altre 5 a piede libero, ottenuto 3 decreti di espulsione dal territorio nazionale”. Un fenomeno preoccupante e difficile da debellare, come ammesso dallo stesso primo cittadino di Terlizzi, Ninni Gemmato. Nel video vi mostriamo cosa è successo.