Ore 20, Punto di Primo Intervento di Bitonto. Così come a Castellana Grotte, Casamassima, Giovinazzo e Rutigliano, gli ex Pronto soccorso degli ospedali cittadini chiudono la notte. Siamo stati alla prima chiusura di Bitonto, il primo maggio, perché è certamente il caso più emblematico. Ottomila – avete capito bene – ottomila prestazioni l’anno.

Paese caldo, caldissimo, perché confluiscono i pazienti dei centri limitrofi. Non si trattano solo nasi tappati e dissenterie, ma anche ictus, infarti, ferite d’arma da fuoco e altre quisquilie di assoluta gravità. Pare che persino il coordinatore del 118, Antonio Dibello, abbia suggerito al direttore generale della Asl di Bari, Vito Montanaro, di chiuderli tutti tranne Bitonto. Eppure, alla fine, la comunicazione tardiva e con un paio di imprecisioni a giustificazione di una scarsa organizzazione, l’ha firmata anche lui.

Il sindaco di Bitonto è insorto, ma dalle 20 di domenica scorsa il Punto di Primo Intervento resta chiuso. Non si sa fino a quando. Bisognerà trovare nuovi medici per coprire i turni vacanti. Per farlo è stata data la possbilità di lavorare anche a neolaureati appena abilitati alla professione medica. Intanto la gente continua ad arrivare, non è stata informata adeguatamente. Dalle 20 alle 22.30 resta operativa la sola Guardia Medica. In realtà in quella stessa struttura esiste una postazione del 118, ma l’ambulanza è per la maggior parte del tempo fuori. E allora, in attesa della revoca del provvedimento, giudicato illegittimo da alcuni sindacati di categoria, non resta che affollare i pronto soccorso degli ospedali, già particolarmente affollati. Non è certo questa la nostra idea di buona sanità o di riordino. Il caos continua a regnare sovrano.

Al contrario delle belle parole e dei proclami, dopo le 20 a Bitonto così come in tutti gli altri paesi in cui il Punto di Primo Intervento resta chiuso la notte, conviene rivolgersi al pronto soccorso perché, come dice un operatore del 118 a pochi istanti dalla chiusura: “Se arriva un ictus dopo le 20 muore dietro la porta”. E a quel punto la responsabilità non potrà che essere di ha preso questa decisione senza un confronto con gli operatori e senza dare il necessario preavviso alle comunità interessate. Il bando per la selezione di altri medici è del 29 aprile, la stessa data della comunicazione realtiva alla chiusura. Tutto il resto sono inutili giustificazioni.