“Il nostro rimpianto è aver visto tanto disinteresse nei nostri confronti, siamo stati lasciati soli”. È tornato a parlare Antonio Matarrese, membro onorario della FIGC e fratello dell’ex presidente del Bari, Vincenzo. Lo ha fatto in occasione della presentazione della mostra “Eroi del Calcio”, al Teatro Margherita. Stessa location in cui era stata organizzata la festa dei 107 anni del Bari e alla quale la famiglia Matarrese era stata invitata. “Purtroppo sono fuori città” aveva detto Paparesta. Evidentemente vi hanno fatto ritorno in mattinata.

“Abbiamo anche noi le nostre colpe – sottolinea l’ex vicepresidente dell’AS Bari – ma nei momenti difficili, come quelli che ha vissuto l’economia barese e dalla quale stiamo cercando ancora di uscire, qualcuno ci ha messo i bastoni fra le ruote per non farci risalire”. Il riferimento è alla passata amministrazione comunale capeggiata da Michele Emiliano. “Ci sono state molte incomprensioni che hanno spaccato in due la città, siamo diventati antipatici e siamo stati osteggiati. Adesso c’è un giovane dirigente a capo della Fc Bari 1908, Gianluca Paparesta. Bisogna stargli vicino, aiutarlo e sostenerlo. Anche lui ha ricordato che è grazie alla nostra decisione di fare un passo indietro che è stato possibile il passaggio del testimone. Noi ci siamo umiliati, ma se non avessimo fatto così Bari non avrebbe vissuto una nuova realtà. Il Comune ora è molto vicino all’ambiente calcistico locale, è una cosa bellissima. Bisogna unire calcio, amministrazione e tutta la città”.

Una cosa è certa: nel bene e nel male l’era Matarrese ha lasciato il segno. “Ancora mi vengono i brividi – continua l’imprenditore andriese – se ripenso ai tifosi che urlavano il nome della nostra famiglia. Il nostro periodo ha fatto storia. Abbiamo migliorato la cultura calcistica, nonostante l’asprezza di una parte della tifoseria. Quando arrivai io, a fine anni ’70, ricordo le invasioni di campo. Noi li abbiamo civilizzati. Abbiamo fatto costruire lo stadio San Nicola, giocato una finale di Coppa dei Campioni e una finale per il terzo posto dei Mondiali. Ricordiamo quindi anche la parte buona della storia”.