Approvata dal Consiglio regionale pugliese a maggioranza, con l’astensione dell’opposizione, una proposta di legge dei consiglieri Amati e Tutolo con la quale si punta al contenimento della spesa farmaceutica. In particolare “al fine di contenere la spesa farmaceutica diretta e convenzionata, nonché quella per l’approvvigionamento di gas medicali, tutte le Aziende sanitarie e ospedaliere della Regione Puglia istituiscono il servizio di monitoraggio della spesa farmaceutica, affidando la responsabilità a dipendente idoneo sulla base della normativa vigente, finalizzato al controllo continuativo sull’andamento e all’adozione, di concerto con il Direttore generale, di provvedimenti idonei a contenere eventuali sforamenti dei tetti di spesa in arco temporale non superiore al bimestre”. L’assessore alla Salute Rocco Palese ha espresso il favore del governo regionale all’iniziativa legislativa. “Si tratta di un tema serio e molto importante – ha detto –, sul quale abbiamo una attenzione particolare soprattutto nell’ottica del contenimento della spesa anche in riferimento al Piano di rientro. Mobilità passiva e spesa farmaceutica, sono storicamente le cause del nostro splafonamento”.

È legge la decadenza dei Direttori generali delle Asl qualora non dovessero rispettare il tetto di spesa farmaceutica diretta ospedaliera. Non si può più tollerare uno spreco di circa 264 milioni nel 2020 e circa 220 milioni nel 2021. È questo un grave problema perché gli sprechi incidono per il 50 per cento sul bilancio autonomo, togliendo risorse a obiettivi più importanti e a problemi che solo a pensarli piange il cuore, e non ci aiutano a uscire dal Piano di rientro. Ringrazio il collega Antonio Tutolo che con me ha avanzato la proposta”. Lo dichiara Fabiano Amati, presidente della Commissione regionale bilancio e programmazione, promotore della legge approvata oggi. “Nel 2020 il Fondo Sanitario Nazionale ha assegnato alla Puglia 7.909.197.395 euro. Per gli acquisti diretti dei farmaci il tetto massimo era ed è pari al 6,69 per cento, dunque 529.125.306 euro. Le Asl hanno speso, nel 2020, invece 792.933.887 euro, con uno scostamento di 263.808.582 euro. E nel 2021 non sta andando certo meglio, con uno spreco di circa 220 milioni. Non diversa la situazione nell’acquisto diretto da parte delle Asl dei gas medicali. Il raffronto tra i primi quattro mesi del 2020 e i primi quattro mesi del 2021 non ha molti margini di variazione. In quei primi quattro mesi del 2020 – unici dati ad oggi a disposizione per il raffronto – su un tetto di 5.248.043 euro ne sono stati spesi 9.224.958, con uno scostamento negativo di 3.976.914 euro. Nello stesso periodo di riferimento per il 2021, su un tetto con la stessa percentuale pari a 5.272.798 euro, ne sono stati spesi 9.348.116 euro, con uno scostamento negativo di 4.075.318 euro.
La nostra proposta, divenuta oggi legge, prevede dunque una maggiore responsabilizzazione dei manager delle aziende sanitarie, i quali devono sapere che la mancata adozione di atti di contenimento della spesa comporta la decadenza dall’incarico per dettato di legge. Non si tratta ovviamente di una criminalizzazione, poiché vorremmo che l’approvazione della legge coincida con la soluzione del problema e che quindi non ci sia bisogno di far decadere i Direttori generali. Facciamo infatti affidamento sull’esperienza degli uomini, affinché prestino maggiore attenzione alle attività per cui vengono adibiti, quando il mancato raggiungimento degli obiettivi può far scattare una conseguenza di carattere diretto, come appunto lo è la decadenza”.