Nulla di nuovo nel repertorio di Matteo Salvini nel suo tour pugliese. Sicurezza, immigrati, ONG, scuola, riforma della giustizia: temi del complesso nazionale amplificate dall’attuale crisi di governo provocata proprio da lui che non vede, con l’alleanza M5S, un futuro.

“Da lunedì i parlamentari della Lega saranno a Roma in Parlamento. Siamo pagati per muovere il culo non per stare in vacanza” riferisce circa gli impegni degli esponenti della Lega e dell’attuale situazione che potrebbe portare, con quasi matematica certezza ad Ottobre, nuovamente alle urne aggiungendo che “solo un folle avrebbe rinunciato ad 8 ministeri” e se loro lo hanno fatto è perché tengono alle sorti dell’Italia.

“Statemi vicino” è invece la continua richiesta di Salvini che espone in circa mezz’ora tutto il suo programma, complesso e ben articolato arricchito da aneddoti che scaldano non poco i partecipanti.

Attimi di tensione quando dal pubblico si leva il grido di “vergognati, tratti male gli esseri umani” riferito al decreto sicurezza bis, firmato per la promulgazione da Mattarella seppur pieno di critiche.

Tocca il tema specifico della Puglia quando si dichiara indignato per le strade che portano nel Gargano, vie “a scorrimento veloce” non adatte per la bellezza di questi luoghi, e si chiede cosa hanno fatto in questi anni gli amministratori della sinistra per il territorio pugliese. Ostenta sicurezza nel parlare e nei ragionamenti, si proclama pronto a diventare premier dell’Italia: alle urne l’ardua sentenza.