Con un giorno d’anticipo e con i toni che lo hanno contraddistinto per tutti questi mesi, Pasquale Di Rella chiude la sua campagna elettorale da piazza Risorgimento, nel quartiere Libertà, centro solo sulla carta, ma divenuto ormai periferia a tutti gli effetti, tra stuoli di saracinesche chiuse e istituzioni assenti: “Bari non è solo piazza Umberto, via Manzoni è solo a poche centinaia di metri da via Sparano – dice – ma siamo in tutt’altra realtà. Ho voluto chiudere qui la mia campagna elettorale per dare un segnale forte di rilancio delle periferie”.

La piazza è una metafora della sua corsa, partita con molto anticipo rispetto agli avversari e cresciuta man mano, alla fine del discorso di Di Rella è gremita di gente che lo acclama, tra sventolii di bandiere e la sorpresa arrivata sul finale: la telefonata di Silvio Berlusconi, che per il candidato ha solo parole di elogio: “Verrò a Bari per festeggiare la vittoria” dice in collegamento da Arcore. Lui, emozionato, ringrazia.

Di Rella è un fiume in piena e ne ha per tutti, a partire proprio dagli avversari: “Ci hanno ricoperto di insulti, ma noi non siamo come loro. La prima cosa che farò da sindaco sarà chiudermi nell’ufficio e studiare tutte le carte, mettermi al lavoro per tagliare gli sprechi di questa amministrazione, che ha saputo solo darsi da fare nell’ultimo mese e regalare soldi a questo e a quello”.

Ancora ieri, ha ricordato l’impegno personale, e sottoscritto dai candidati delle tre liste civiche, Di Rella Sindaco, Di Rella per Bari e Di Rella Sport, di ridursi il compenso: “Abbiamo scelto di non avvalerci dei rappresentati di lista né dei tanti volontari che pure avrebbero voluto aiutarci in questa campagna elettorale, la gente non arriva alla terza settimana del mese e poi deve stare a guardare questa casta di privilegiati”.

Il lavoro è l’altro grande problema che affligge il Capoluogo pugliese, e Di Rella ha le idee molto chiare in proposito: “Basta con le solite 5 famiglie che decidono dove si costruisce a Bari e dove no, basta con i cantieri pieni di operai che arrivano da fuori, dobbiamo garantire il lavoro ai baresi, faremo in modo che l’economia ricada sul territorio e non vada dispersa altrove”.

“Chi è stufo di questa situazione  – esorta Di Rella prima di lasciarsi andare agli abbracci e ai selfie – chi non vuole rassegnarsi al declino della città, deve votare per me e per il centrodestra, dobbiamo mandare a casa Decaro e l’anno prossimo Michele Emiliano”.