In seguito alle dichiarazioni del presidente di Regione, Michele Emiliano, in cui si impegnava per salvare la Fondazione Petruzzelli dal possibile crack finanziario che incombe, l’onorevole Antonio Distaso, Conservatori e Riformisti, espone le proprie perplessità. Per il parlamentare, Emiliano, che ora si presenta come deus ex machina, è uno dei primi responsabili della vicenda che ha portato al dissesto dell’ente

“Si apre il sipario e il presidente della Regione, Michele Emiliano, si presenta al pubblico come salvatore del Petruzzelli. Dopo essersi reso responsabile, da sindaco e presidente della Fondazione Teatro Petruzzelli, unitamente al sovrintendente dell’epoca e a un noto sindacato di sinistra, della voragine dei conti della Fondazione, attraverso una serie infinita di assunzioni a tempo determinato, del tutto illegittime, trasformate, come previsto, in assunzioni a tempo indeterminato dal giudice del lavoro, oggi l’ineffabile presidente della nostra Regione si traveste da salvatore del Teatro. Promette un contributo ad hoc da parte dell’Ente Regione, ovverosia con soldi nostri.

Sulla vicenda Petruzzelli sono stato il primo firmatario di una interrogazione parlamentare che ha ricostruito la disinvolta gestione del Teatro. Ora Emiliano, che come magistrato resta puro e immacolato, continua a offendere l’intelligenza dei baresi e dei pugliesi con questa proposta: al niente prodotto in un anno aggiunge una spruzzata di Red, il Reddito di dignità, per strizzare l’occhio agli elettori pentastellati, e un impegno a risanare il Petruzzelli con un po’ di denaro pubblico.

Il centrodestra ha gravi responsabilità nell’aver indirettamente favorito questo scempio, responsabilità variamente ascrivibili, ma che non vanno comunque sottaciute.
Ma qui sta veramente morendo lo spirito dei baresi. Sarà l’atavica attitudine a stare sul carro del vincitore, anche a costo di accettare nomine farlocche, come avvenuto di recente? Il Petruzzelli è il simbolo della nostra città e siamo pronti a tutto per tenerlo in vita. Fuorché accettare che i colpevoli si trasformino in benefattori”.