In una lettera aperta al direttore generale dell’Agenas, Francesco Bevere, il senatore d’Ambrosio Lettieri, componente della Commissione Sanità del Senato si interroga sul perchè il presidente Emiliano abbia commissionato alla scuola superiore Sant’Anna uno studio sulla sanità pugliese, quando l’Agenas, ente pubblico, svolge lo stesso compito, e cosa ne pensa lo stesso  ente sui miglioramenti riscontrati dal governatore.

Come certamente le è noto, la Regione Puglia ha commissionato alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa un monitoraggio per misurare le performance degli ospedali pugliesi. Il presidente della giunta regionale descrive l’iniziativa come “uno strumento fondamentale per migliorare la qualità del servizio, grazie al quale sarà possibile modellare il piano di riordino ospedaliero con maggiore precisione”.

Dai primi dati messi a disposizione dal governo regionale – che si riserva di presentare lo studio nel suo complesso a breve termine – la sanità pugliese risulta essere, secondo la lettura del presidente, “in netto miglioramento”. Non è chiaro rispetto a quali altri dati e se sia stata fatta una comparazione. La cosa non può che sorprendermi piacevolmente, se non fosse che il dato sembra contrastare decisamente con la realtà quotidiana che vede sia i cittadini pugliesi che gli operatori sanitari e amministrativi dibattersi tra mille criticità. E’ pur vero che un miglioramento non sempre fa rima con adeguamento ai fabbisogni di salute da una parte e di qualità di lavoro dall’altra.

Ritengo, a questo punto, proprio per partire da imprescindibili punti fermi che contribuiscano a costruire una nuova e più efficace governance della sanità pugliese, che sia necessario fare chiarezza. E, in virtù del ruolo che compete all’Agenas in quanto ente pubblico di riferimento di Stato e Regioni nelle politiche di governo dei servizi sanitari attraverso attività di ricerca, monitoraggio, valutazione, formazione e innovazione, le rivolgo a lei alcuni quesiti, anche alla luce dell’ultimo Programma nazionale Esiti sviluppato proprio dall’Ente che dirige e che dovrebbe già rappresentare un prezioso strumento operativo per le regioni, compresa la Puglia. Non conosco, a questo proposito, le motivazioni che hanno spinto il presidente Emiliano a rivolgersi alla Scuola superiore Sant’Anna, né so se lo studio commissionato rappresenti comunque un onere economico e in che misura per le casse regionali. So per certo, invece, che l’interlocutore istituzionale cui fare riferimento, anche per l’autorevolezza e l’attendibilità acquisita negli anni, è l’Agenas.

Le chiedo, dunque:

  • Qual è la valutazione dei Lea nella sanità pugliese?
  • Come si posiziona la Puglia sul piano nazionale rispetto ad appropriatezza, efficacia, efficienza, sicurezza e qualità delle cure?
  • Qual è il tasso di variabilità interna dei servizi?
  • Qual è il dato relativo alla mobilità passiva?
  • Degenza ospedaliera, variabilità chirurgica, emergenza-urgenza, appropriatezza prescrittiva diagnostica, medica e farmaceutica, percorso oncologico, long terme care, prevenzione e liste di attesa, assistenza domiciliare, terapia del dolore, stroke unit, emodinamica: qual è la fotografia attuale?

Considerato che, nello specifico, il Programma Nazionale di valutazione Esiti è un’attività istituzionale del Servizio sanitario nazionale che Agenas svolge per conto del Ministero della Salute, in collaborazione con le Regioni, sulle prestazioni erogate dalle strutture ospedaliere pubbliche e private, le domando infine se ritiene efficace l’attuale sistema di conferimento dei dati da parte delle Regioni, unitamente alla loro attendibilità o se esistono criticità che andrebbero risolte.