Con la sua nomina a Presidente della Regione, Michele Emiliano non dovrebbe più occuparsi del Pd, almeno ufficialmente. Dovrebbe occuparsene più da vicino Antonio Decaro, il Sindaco della città metropolitana capoluogo di Regione. Ma evidentemente non ha voce in capitolo più di quanta ne abbia mai avuta.
La questione è semplice: gli iscritti al Partito Democratico non possono far parte contemporaneamente di più di un’assemblea elettiva e di un organo esecutivo tranne i casi in cui questo sia strettamente richiesto da una delle cariche istituzionali ricoperte.
Marco Lacarra, consigliere comunale pd, è stato eletto anche al Consiglio Regionale. Dovrebbe dunque dimettersi da una delle due cariche, ma per ora non lo fa. Perchè? Perchè vorrebbe fare l’Assessore. Sa che non ci sono obblighi di legge perchè Emiliano mantenga la parità di genere e dunque si aspetta una nomina. Ma Emiliano pare altrettanto intenzionato a non nominare nessuno dei capibastone piddini: una situazione di stallo che potrebbe essere risolta autorevolmente da Antonio Decaro: potrebbe fare pressione su Marco Lacarra perchè scelga, o in Comune o in Regione.
Ma Decaro non ci prova neppure: sa che Lacarra usa le sue mancate dimissioni dal Consiglio Comunale come arma di pressione sul suo partito e sul presidente di Regione per ottenere l’Assessorato.
Un partito allo sbando, soprattutto come partito. Un gruppo di boiardi che si spartiscono potere e prebende, nomine e funzioni, senza nessun rispetto per gli elettori. E un Sindaco che ormai deve far fronte a un tremendo flop come amministratore alla testa di una città metropolitana davvero disastrata, dove non funziona più nulla e lo scollamento sociale e civico è a livelli preoccupanti.
Lacarra, come accumulatore di cariche, va ad affiancarsi ad un’altra storica faccia di bronzo della politica barese, Alfonsino Pisicchio, che di cariche ne ha addirittura tre: è Consigliere Comunale, è consigliere metropolitano, è anche Consigliere Regionale. Un record difficilissimo da eguagliare o da superare.