Una sceneggiata, come altro definirla, non sapremmo.  Nella migliore tradizione drammaturgica che Bari e Napoli condividono da un paio di secoli, ci sono almeno tre protagonisti, che incarnano i ruoli principali di ogni plot che si rispetti.
Issa è la nuova assessora all’urbanistica, fresca di nomina e improvvisa anche se non richiesta gloria. Essa è la ferrea volontà di Antonio Decaro, #tuttattaccato, nel voler dare una spinta formidabile alla sua azione di governo, come se fosse il successore non di una giunta omologa, ma di una della opposizione di centrodestra, che si sia distinta per infingardaggine, menefreghsimo e approssimazione, come se per esempio, per cinque anni, non avesse mai avuto un assessore alla cultura.

A malamente è la massima dirigente dello stesso assessorato, apprezzata ed esperta professionista del settore che si aspettava, con ogni legittima e giusta causa, di essere nominata assessora a sua volta e che, invece, si è vista preferire un’altra persona.

Orbene, vi chiederete voi, perché mai farle fare la parte della “malamente”? Perché la suddetta, per puro spirito di contraddizione, si è presa la bellezza di sessantacinque giorni di ferie, a quanto pare per sottolineare il suo totale dissenso nei confronti dell’assessora in carica. Decaro che ha imposto turni da sottomarino in zona di guerra a tutti gli assessori per impedire che ad agosto il Comune di Bari restasse sguarnito, non ha mosso ciglio, al momento, per impedire che le cose si blocchino in assessorato per ben due mesi e cinque giorni. Fra l’altro, proprio mentre è stato siglato un protocollo con Regione ed ex Iacp per affrontare l’emergenza abitativa.

Ci chiediamo se non sia il caso di arrabbiarsi un po’ per fare pesare alla “malamente” che 65 giorni di ferie, tutti insieme, non siano un po’ troppi. E a Decaro ricordiamo che farebbe bene a controllare con accuratezza se tutte le promesse poi siano davvero realizzabili, o se c’è da fare i conti con l’egoismo dei soliti pochi stragarantiti.