Nel corso degli scontri da loro provocati al Cara mercoledì notte, un ragazzo curdo di 26 anni ha perso la vita e tre ospiti 20enni del centro sono rimasti lievemente feriti. L’autopsia effettuata sul corpo della vittima ha accertato che a provocarne la morte è stata un’unica coltellata al cuore. Per i ragazzi feriti, invece, la prognosi è di 8-10 giorni.

La maxi-rissa ha visto coinvolte circa 100 persone: da un lato un gruppo di curdi, dall’altro pakistani e afghani. Secondo quanto accertato dagli investigatori della Procura di Bari, alcuni fra i protagonisti dei disordini erano ubriachi, motivo per il quale avrebbero reagito con violenza alle provocazioni del gruppo rivale.

Sono circa 40 le etnie che convivono all’interno del centro richiedenti asilo di Bari, per un totale di mille persone a fronte di una capienza di 700. Le «croniche carenze strutturali del sistema di accoglienza» sono state denunciate dall’assessore regionale con delega alla cittadinanza sociale, Guglielmo Minervini. Per l’assessore è «l’assenza di azioni di governo specifiche e strutturate a determinare un continuo stato di emergenza» circa il numero dei richiedenti asilo e dei rifugiati in Italia.

La maggior parte di loro, sostiene Minervini, «vive in uno stato d’abbandono, senza alcuna possibilità di accesso ai servizi essenziali, esposti ai rischi connessi alla condizione di marginalità cui sono costretti». Occorre pertanto avviare urgentemente «un processo di revisione dell’intero sistema di protezione internazionale, dalla fase di accesso alla fase dell’accoglienza. Il Governo deve intervenire presto per prevenire altre possibili situazioni di rischio».

5 luglio 2013

Alessandra Morgese