Gli occupati nel settore sono 15mila, a fronte di circa 10mila che hanno perso il posto di lavoro: il numero di lavoratori che sono rimasti senza impiego nell’ambito edilizio è pari quasi alla chiusura di due Ilva. Oltre 4mila imprese hanno dovuto chiudere i battenti perché non riuscivano a sopravvivere nel settore. Alcuni cantieri, infatti, sono bloccati per il fallimento dell’azienda vincitrice dell’appalto, come per il caso del raddoppio ferroviario da Cervaro a Orsara di Puglia.

Gli interventi nel settore edile predisposti dal Comitato Interministeriale Programmazione Economica non vengono portati a termine: è necessario prevedere una progettazione esecutiva e un programma di lavori che sia in linea con il patto di stabilità. Tra le spese che il Cipe ha disposto per la regione Puglia è ricompresa la nuova ala degli Ospedali Riuniti di Foggia; l’ammodernamento della linea ferroviaria Maglie- Leuca e della strada regionale numero 8 del Salento; l’attuazione dei piani città di Bari, Taranto e Lecce.

Le cifre “drammatiche” del settore edile pugliese sono paragonabili a quelle di un periodo di guerra, secondo il segretario generale della Filca Cisl Puglia, Enzo Gallo:

“Non è impossibile avviare i cantieri entro il primo semestre del 2013. Bisogna, però, aprire un tavolo permanente monotematico per monitorare ogni singola opera”.

Servirebbe per rimettere in moto l’attività edile della Puglia procedere con quattro progetti fondamentali, tra cui riqualificazione degli istituti scolastici e la realizzazione del centro ustionati a Brindisi. Il settore deve trovare nuovi sbocchi e nuova linfa per poter ritornare a crescere.

2 aprile 2013

Margherita Micelli Ferrari