“Costruire strutture per altri 80mila metri quadrati è un loro diritto acquisito”. Il punto fermo sulla questione del tribolato ampliamento del centro comemrciale Auchan è assodato. A dirlo è lo stesso architetto che sta a capo dell’ufficio tecnico del Comune di Casamassima.

Lo stesso architetto, raggiunto recentemente da un avviso di garanzia, però, ha fatto retromarcia ritirando in autotutela la delibera già pronta da portare in Consiglio comunale per dare il via libera all’operazione milionaria, che a detta degli imprenditori porterà 2mila nuovi posti di lavoro.

I conti nella faccenda continuano a non tornare e qualcuno non dice tutta la verità. Sì, ma chi e perché? L’architetto, seppure lontano dalle telecamere, non smentisce il fatto che l’amministrazione stia anadando avanti “coi piedi di piombo”, di fatto lasciando lui col cerino in mano. La Sud Commerci, i lottizzanti, un mese fa ha mandato al Comune l’ultima diffida e adesso starebbe preparando una denuncia penale e una milionaria richiesta di risarcimento danni.

Qualcuno impedirebbe la realizzazione dell’ampliamento della zona commerciale, dal lato dove sorgono anche Tata e La Maison du Monde. A voler sintetizzare la faccenda i nodi, a detta del Comune, sono la mancata realizzazione del cavalcavia e della sua illuminazione, oltre che la cessione per legge di parte delle superfici da destinare a parcheggio.

Senza la realizzazione di queste opere, detta in parole povere, nessuna autirizzazione. La società, però, continua a ribadire di essere pronta a mettere nero su bianco – qualche atto sarebbe già stato fatto – la disponibilità a realizzare le opere necessarie all’impliamento del centro commerciale. Se le cose stanno realmente in questi termini perché il Consiglio comunale non si esprime e perché quel diritto a costruire definito legittimo non viene concesso? Qualcuno mente e i cittadini hanno il diritto di sapere chi è, In ballo c’è un importante investimento, la possibilità di dover essere costretti a provvedere coi soldi di tutti a un risarcimento milionario, ma soprattutto l’ipotesi di veder sfumare circa 2mila posti di lavoro in una terra dove la disoccupazione fa paura.