Secco botta e risposta tra Ikea e i sindacati sul caso dell’operaio, padre di due bimbi piccoli, licenziato perché avrebbe prolungato di 5 minuti la pausa durante il turno di lavoro. Il caso ha creato molto scalpore, arrivando alla ribalta nazionale dopo l’analoga vicenda di Corsico.
“I casi di licenziamento sono stati giustificati da situazioni in cui, purtroppo, la relazione di fiducia alla base del rapporto di lavoro era venuta meno, e quindi la responsabilità non era più condivisa – fa sapere Ikea in una nota – Siamo profondamente rammaricati nel vedere che le ricostruzioni apparse in questi giorni restituiscono una versione dei fatti e una prospettiva che non rappresentano la visione e il valore di IKEA nel Paese”.
I sindacati di categoria, però, non ci stanno e rilanciano: “I licenziamenti avvenuti nelle ultime settimane rappresentano solo l’ultimo atto di una strategia aziendale sempre più palesemente indirizzata a ledere le relazioni sindacali e penalizzare le condizioni di impiego dei lavoratori – fanno sapere Cgil, Uiltucs e Cisl Fisascat – Pertanto siamo a proclamare lo stato di agitazione di tutto il personale ad oltranza, a decorrere dal 2 dicembre, con espressa riserva di adottare ogni azione sindacale più opportuna a tutela dei diritti dei lavoratori”
