Si cercano geometri, ma le graduatorie delle categorie protette vengono ignorate. L’ennesimo caso di dubbia gestione della cosa pubblica arriva dal barese: comuni che cercano personale e ricorrono ai concorsi o, peggio, pescano fuori provincia non prendendo in considerazione chi un concorso l’ha già vinto e attende da anni un lavoro.

Eppure le graduatorie protette ci sono, in alcuni casi già belle e pronte. Quella del comune di Gravina, per esempio: una ventina di geometri risultati vincitori del concorso del 2015 ma il cui scorrimento è stato così lento che ad oggi quasi una decina di professionalità sono ancora in attesa.

Parliamo in quasi i tutti i casi di padri di famiglia, in età non più tanto giovane, che non lavorano da mesi, se non da anni, e che adesso temono la beffa delle beffe: veder scadere la graduatoria ad aprile 2018 e ritrovarsi praticamente fuori dal mercato del lavoro, disoccupati alla soglia dei 50 anni.

Seguendo l’iter previsto dalla legge, in caso di bisogno un ente pubblico dovrebbe prima attingere dalla mobilità interna, poi “pescare” dalla graduatoria protetta e solo in ultima analisi indire un concorso. Ma questo percorso non viene seguito praticamente da nessuno con conseguente spreco di denaro pubblico.

Emblematico è il caso dell’area metropolitana barese: ci sono comuni che per riempire le caselle vuote nel proprio ufficio attingono da graduatorie di città di altre province. E lo stesso Comune di Bari ha di recente bandito un concorso per 32 geometri senza tenere per niente conto delle graduatorie protette di Gravina e altre realtà in provincia.

“Faremo questa battaglia fino alla fine – assicura Antonio Caprio, segretario generale Ugl Bari – Per noi è fondamentale mantenere i diritti sociali. Se è vero che il Comune di Bari ha la necessità di assumere 32 geometri, mi devono spiegare come è possibile non poter risolvere la situazione di 8 geometri già vincitori di concorso”.