Azioni vendute scavalcando l’ordine cronologico degli azionisti poco prima della svalutazione. Si aggiunge un nuovo capitolo alla questione della Banca Popolare di Bari che vede protagonista anche la famiglia De Bartolomeo che sarebbe accusata di possibili condotte lesive dell’integrità patrimoniale della banca. Lo si apprende da Repubblica Bari.

Secondo quanto ricostruito dalla Procura, alcuni imprenditori si sarebbero sbarazzati delle azioni della Popolare nell’ultima data utile prima della svalutazione, quando il titolo valeva ancora 9,53 euro. Il tutto, inoltre, sarebbe avvenuto stravolgendo l’ordine cronologico in cui sono inseriti gli azionisti. Fra i fortunati anche gli esponenti della famiglia De Bartolomeo che sarebbero riusciti a vendere oltre 430mila azioni della popolare guadagnando circa 4 milioni di euro

Si spiega così, quindi, la perquisizione della guardia di finanza nella sede della Banca Popolare degli scorsi giorni. L’accusa è contenuta nel decreto di perquisizione a firma dei pm Federico Perrone Capano e Lidia Giorgio e del procuratore Giuseppe Volpe. Al momento non ci sarebbero nomi iscritti nel registro degli indagati.

Sotto la lente d’ingrandimento degli investigatori c’è l’asta di marzo, l’ultima prima dell’assemblea dei soci che annunciò la trasformazione in spa scatenando la perdita del titolo del 21%. Secondo la procura ci furono circa 2 milioni di azioni messe sul mercato che alcuni riuscirono a vendere in tempo grazie a “una significativa anomalia, consistita nell’inserimento manuale di ordini di vendita”. La banca, invece, ha smentito la tesi parlando di piccoli errori già corretti.