“Siamo un paese in cui si esaudiscono i desideri degli stupidi e degli imbecilli solo per prendere qualche voto in più. Ormai non si amministra più per il bene della gente”. Silvestro Delle Foglie è il fondatore e amministratore unico della Tersan Puglia, l’azienda dulla provinciale 231 alle porte di Modugno, sempre al centro di mille polemiche, perché accusata di inquinare il territorio e di lavorare in un regime di monopolio.

Delle Foglie difende l’idea avuta cinquanta anni fa e va avanti, seppure la guerra nei tribunali a suon di carte bollate ha avuto costi enormi. “Il nostro mondo – spiega Delle Foglie – si sta trasformando in una pattuminera. Devono nascere tante aziende come la nostra, altro che monopolio. Per chi sa fare il proprio lavoro c’è sempre spazio”. L’immondizia è solo una materia prima. “Abbiamo ordini per 18mila tonnallate di compost – precisa l’amministratore unico del gruppo Tersan – non sappiamo come fare ad evadere tutte le richieste, ma cercheremo di soddisfare tutti. Il nostro utile non viene dai rifiuti, ma dal prodotto che vendiamo. Con il tempo probabilmente costerà pochissimo ai Comuni, che non hanno la possibilità di sostenere gli attuali costi della gestione dei rifiuti”.

Una vita passata a ricercare e lottare. “Cosa dico ai detrattori? – si domanda Delle Foglie – niente. Ha visto mai uno scemo ascoltare le cose guste della vita? Io no”. Abbiamo sentito Silvestro Dele Foglie alla fine della visita allo stabilimento.

IL COMUNICATO DELLA TERSAN – Per due giorni la Tersan Puglia ha aperto i suoi cancelli al territorio, trasformandosi in un  museo temporaneo e contemporaneo. Un percorso sperimentale, interattivo, poetico e visionario nei grandi viali aziendali, attraverso sculture e installazioni industriali, musica, terra, light design, green design e video art, arricchite dalla danza e dal teatro di Fibre Parallele, per raccontare e condividere la natura e il senso di ciò che è stato e di ciò che sarà.

Ricerca, innovazione, lungimiranza, ma anche proteste, chiusure, riaperture, carte bollate e tribunali, con il perenne sospetto di aver inquinato il territorio. Per fugare qualasiasi dubbio l’azienda si racconta, nei suoi grandi viali ripercorre e condivide con il territorio il viaggio, l’impegno ecologico dei sui oltre 40 anni di storia, i fatti e gli ideali che l’hanno generata e che ancora oggi la sostengono e la proiettano verso un mondo più giusto e sostenibile, perché puzza non vuol dire necessariamente inquinamento.

La responsabilità sociale e ambientale di un’azienda passa anche attraverso la sua apertura al territorio, alla bellezza, all’arte, alla cultura, alla sua capacità concreta di re-immaginarsi, di misurarsi e confrontarsi con la contemporaneità per poi crescere ed evolversi anche attraverso il confronto e il coinvolgimento delle persone e delle storie che abitano lo stesso ecosistema.