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Se ben cominci sei a metà dell’opera, così dicono. Chissà cosa potrebbe capitarmi in considerazione del buongiorno ricevuto oggi. Attaverso sulle strisce pedonali il grande incrocio tra via Papa Pio XII e viale Kannedy. Il semaforo è verde. Da via Papa Pio XII una signora alla guida di una Fiat Panda marroncina, effettua una svolta a sinistra.

Anche il suo semaforo è verde. Non so perché sia distratta. Lo fossi stato anch’io, non avessi urlato, probabilmente adesso sarei ricoverato con le gambe spezzate. E buon Natale ai suonatori. La frenata è brusca e l’auto si ferma a meno di dieci centimetri dalle mia ginocchia.

Fin qui la cronaca, può capitare. Quello che succede dopo, però, è ciò che ti fa capire in che razza di posto viviamo. Nel frattempo il semaforo è diventato arancione e la signora mi accusa di essere passato col rosso. Glielo faccio notare, alzando la voce. S’accorge di averla detta grossa e abbozza un cenno con la testa.

Non ho capito cosa fosse quel segnale, così come non ho compreso cosa abbia borbottato subito dopo, mentre con l’auto proseguiva la sua corsa come se niente fosse successo. Sarebbe bastato chiedere scusa, senza tantare inutili giustificazioni, per far prendere una piega diversa all’episodio.