Solo ieri avevamo denunciato la presenza di nove buste dell’Amiu per la raccolta del verde, abbandonate da quasi due settimane sul ciglio della strada, piene di qualsiasi materiale oltre alle erbacce. Per la serie: fate ciò che diciamo, ma non fate cià che facciamo. Stamattina siamo passati per controllare se i sacchetti, lasciati a ridosso dell’uscita Poggiofranco della tangenziale, sulla strada che porta allo stadio San Nicola e a Carbonara, fossero stati rimossi. Con grande soddisfazione abbiamo notato che i sacchetti non c’erano più.

Certo, sarebbe interessante sapere dove siano state buttate, avendo pensato bene di riempirle dei materiali più disparati. La soddisfazione, però, ha lasciato presto spazio allo stupore e alla solita amara considerazione che facciamo da mesi: il problema è la testa, anche di chi dovrebbe dare l’esempio. Sotto il cavalcavia, accanto a un palo dell’illuminazione pubblica, è stata lasciata l’ultima delle nove buste. Le altre erano ben distribuite all’entrata e all’uscita del cavalcavia.

Non è la prima volta che assistiamo a questo genere di raccolta “a muzzo”. Nemmeno in un periodo delicato come questo, con i riflettori dell’opinione pubblica e della stampa puntati addosso, si riesce a fare la ciambella col buco. Dopo aver raccolto i sacchetti dell’immondizia personalmente, aver fatto videoappelli, minacciato gli sporcaccioni in tutti i modi, ci permettiamo di consigliare al sindaco di Bari Antonio Decaro il metodo di mia madre: stasera non esci, urlato appena dopo avermi mollato una sberla nei denti.

Ovviamente è una metafora, per dire che alle sgridate dovrebbero seguire le punizioni. Magari, se davvero il problema è quello, la testa degli sporcaccioni e dei distratti potrebbe aggiustarsi.