E meno male che fra PD e liste collegate a Emiliano ci sono magistrati ed ex prefetti. Non sappiamo se ci siano anche poliziotti, carabinieri o finanzieri in aspettativa di servizio o in quiescenza. E che lo stesso candidato presidente è un magistrato in aspettativa.

Questa storia dei procacciatori di voti mascherati da collaboratori dello staff sta facendo arricciare i capelli anche a chi li ha persi da tempo. Il bubbone gli scoppia in casa, al PD, che pensava di essersi forse blindato la coscienza ingaggiando qualche nome “forte” e “intemerato” come Antonio Nunziante, appena al termine della sua carriera di Prefetto, o Desirée Digeronimo, pm antimafia che prima indaga su Decaro e Vendola e poi va in lista in una coalizione sostenuta dall’uno e dall’altro: ma questo è pure divertente a pensarci.

Ma che all’interno di questo calderone così blindato ci possano essere anche le pecore zoppe a caccia di preferenze a tutti i costi è davvero sorprendente. La tecnica è quella di ingaggiare i rappresentanti di lista, gente che formalmente deve sorvegliare che le operazioni di scrutinio si svolgano con regolarità.  In realtà sono persone che portano voti, il proprio e quello della famiglia, in cambio di un “rimborso spese” che può valere dai 30 ai 100 euro.

Al momento al centro della bufera (e di un’inchiesta) ci sono due nomi, ma se ne aspettano anche altri, perché ormai tutti siamo bravi a filmare un colloquio con il cellulare senza farcene accorgere: Anita Maurodinoia, l’incomprensibilmente super suffragata alle ultime comunali, passata da Schittulli a Emiliano in un battito di ciglia (lista PD) e Gianni Filomeno (La Puglia con Emiliano, la lista capeggiata da Desirée), un “gggggiovane” consulente finanziario (difficile ormai che si trovi qualche metalmeccanico nel centrosinistra) di Castellana Grotte.

Michele Emiliano avrebbe dovuto semplicemente e decisamente buttare fuori dalla lista e dalla coalizione sia l’una che l’altro, senza nemmeno avvisarli, mentre l’inchiesta fa il suo corso. Invece non ha cacciato nessuno: ha scritto una lettera a tutti i candidati della coalizione in cui si limita a dire, in pratica, fate i bravi altrimenti mi incazzo.

Forse il primo imbarazzato è lui, che ha piazzato magistrati e questurini in coalizione ma si è lasciato, come dire, sfuggire di mano il controllo di insieme.