Inadeguato, iniquo, impulsivo, vendicativo, permaloso e persino bugiardo. Una guerra di nervi, carte bollate, querele e processi. Sul conto del povero e spesso incompreso Francesco Rocca, presidente della Croce Rossa Italiana, ma soprattutto da novembre 2013 vice presidente della Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (FICR), ne sono state dette di tutti i colori. In alcuni casi ci si è anche lasciati calcare la mano, auspicando una sua destituzione per il bene dell’ente, un intervento del presidente del Consiglio Renzi. Noi siamo per l’equità e quindi è giusto dare a Cesare ciò che è di Cesare. Rocca è anche un grandioso benefattore.

Ogni qual volta un comitato internazionale ha bussato cassa, chiedendo al presidente piccole o grandi cifre per sostenere convegni, progetti e acquisiti di ogni tipo, Rocca non si è mai tirato indietro. Strepitoso. Non ha rifiutato di firmare benevole ordinanze presidenziali neppure la vigilia di Natale o il giorno di San Silvestro del 2014. Una generosità non comune, che gli è valsa la possibilità di acquisire la carica internazionale, per un compenso – dicono – superiore ai 100mila euro annui. Niente in confronto della mole di lavoro a cui è chiamato. Proprio in questi giorni il presidente è tornato da un impegnativo viaggio in America.

Parliamo di contributi di milioni e milioni di euro. E poco importa se nel frattempo l’ente in Italia viene privatizzato, se migliaia di persone rischiano di finire in mezzo a una strada, se si corre il rischio di pagare ricorsi milionari a dipendenti scontenti e se si mettono in svendita i gioielli di famiglia. Poco importa se 163 comitati italiani di Croce Rossa sono commissariati. Rocca è un grande vice presidente internazionale, che studia da presidente. Il suo ruolo italiano è poca cosa rispetto alla sua visione globale.

Per essere un credibile Babbo Natale non serve vestire di rosso e indossare una lunga barba bianca. In alcuni casi basta firmare ordinanze presidenziali per destinare 3.000 euro alla Croce Rossa di Antigua e Barbuda (006615-15 del 10 marzo) e 2.350 euro al comitato del Guatemala (0392-14 del 6 marzo 2015) in modo che alcuni dei loro rappresentanti possano partecipare alla XX Conferenza Regionale della Zona America tenutasi dal 27 marzo a oggi. E mentre qualcuno in Italia aspetta il tfr o viene messo in condizioni di abbandonare l’ente a causa di allucinanti trasferimenti o trattamenti bestiali, Rocca il filantropo coi soldi pubblici, il 30 dicembra dona 200mila euro al comitato palestinese per il completamento di alcuni reparti dell’ospedale pediatrico di Hebron. Al posto di festeggiare il Capodanno, poi, il 31 dicembre 2014 autorizza il pagamento di 175mila dollari per un progetto di 12 mesi sulla sicurezza stradale in Bolivia (0407- 14) e 220mila euro al comitato della Cisgiordania per contribuire alle attività di emergenza medica (0408-14).

La generosità di Rocca diventa commovente il 24 dicembre, quando firma non una, nemmeno cinque o sette, ma ben undici ordinanze presidenziali. Tutto questo mentre si autorizza, tra le altre, anche la svendita della sede storica di Milano, il palazzo in cui è stato siglato il primo atto ufficiale della Croce Rossa, con una cifra a base d’asta di 9 milioni e 200mila euro. Le ordinanze vanno dalla numero 392 – 14 alla numero 403 – 14, tutte datate la Vigilia di Natale: l’apertura della Delegazione CRI per i Balcani (100.065,00 euro); la riduzione delle tossicodipendenze in Uruguay (26.500,00 euro); la riduzione della diffusione dell’HIV e della violenza minorile a Granada (50.525,00 euro); il sostegno all’utilizzo degli emoderivati nella Repubblica Dominicana (100.00,00 dollari); il rafforzamento delle attività della Croce Rossa salvadoregna (80.000,00 euro); la promozione della donazione del sangue in Perù (30.693,00 euro); la formazione igienico-sanitaria in Vietnam (120.000,00 euro); la ristrutturazione dell’ambasciata americana in Bosnia Herzegovina (65.500,00); progetti vari in Senegal per una cifra complessiva di circa 40.000,00 euro; l’implemento della Croce Rossa Nicaraguense per circa 100.000,00 euro; la prevenzione dell’HIV in Thailandia per 30.000,00 euro.

Il 23 dicembre 2014 è stato necessario donare 25.000,00 euro per gli Home Care Centers in Blagoevgard e Plovdiv in Bulgaria. Un grande anno all’insegna della filantropia anche il 2013. L’elenco è lunghissimo. La bontà di Rocca ha lambito a vario titolo e cifre anche il Kenya, il Kiribati (un arcipelogo in Oceania), Gerogia, Armenia, Ecuador, Libano, Turkmenistan, Nicaragua, Kyrgystan, Kazakhstan, Congo.

Ciò che ci ha fatto piacere è la fama di Rocca nel mondo, un biglietto da visita fondamentale per l’Italia, paese in cui la Croce Rossa è alle pezze. Molte delle richieste di aiuto sono arrivate direttamente al nostro presidente, non a Ginevra o a qualsiasi altro comitato nazionale. Al Comitato italiano, alle prese con una strana privatizzazione e inquietanti problemi economici.

Fai bene e scordalo. Saremmo curiosi di sapere quanti dei destinatari della beneficienza italiana si sono poi trasformati in elettori di Rocca alla vice presidenza internazonale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa. La gratitudine è di questo mondo. Rocca, però, ne siamo certi, non lo ha fatto per essere ricompensato, nonostante per un certo periodo – a cavallo con la presidenza del Consiglio Monti – non gli spettasse alcun compenso per la carica di presidente italiano della Croce Rossa. E se da un lato le donazioni viaggiano spedite, dall’altro tanti dipendenti e volontari italiani aspettano di conoscere le ragioni di alcune decisioni giudicate scellerate. Sarà che in pochi hanno capito fino in fondo la strategia di rilancio o affossamento dell’ente varata da uno dei prossimi candidati alla presidenza internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa.