cassano

Adesso il tormentone è su Antonio Cassano: l’ex talento (in realtà mai davvero giunto a maturazione) che tutta l’Italia continua a definire il “fantasista di Bari Vecchia”. Già vittima dell’insipienza matarresiana (che gli dona un’auto potente quando ancora non aveva la patente), è ormai arrivato alla fine di una carriera che sarebbe potuta essere ma non è stata. Lasciamo perdere per una volta il tormentone sui come e perchè, sul caratteraccio e la maleducazione profonda, la spaventosa guasconeria che non può essere frutto solo di un’ignoranza senza confini e senza rimedi.

Al contrario di altri “campioni” o presunti tali, Cassano deve tutto solo a se stesso e al suo clan familiare. Nel bene e nel male. Ma ormai è finito e ci sembra che non abbia poi tanto da insegnare ai più giovani. Nell’ambiente molto confuso e molto contraddittorio della tifoseria cittadina, un pittoresco boschetto di siti, blog, gruppi più o meno organizzati, e molto tifosi semplici e appassionati, è spuntata come un fungo bellissimo e maligno l’idea che Cassano possa venire a “concludere la carriera” al Bari. A 33 anni ancora da compiere, il che la dice tutta sulle reali condizioni dei Cassano. Ma il punto non è nemmeno questo.

Come si può pensare a ingaggiare un campione, sia pure in disarmo, quando la squadra ha tutte le premesse per finire il campionato in zona retrocessione? E come si può pensare di destinare risorse finanziarie a questo quando lo Stadio San Nicola sta cadendo letteralmente a pezzi? La società ha già dimenticato il regalo che gli è stato fatto dal Comune e i doveri circa l’impianto sportivo che Paparesta continua a usare come fosse suo?

Ma, continuando a girare il coltello nella piaga, possibile che questa città non senta il bisogno di altro, a parte il calcio? Che continui a tollerare, per esempio, che l’auditorium Nino Rota sia chiuso, dopo i roboanti annunci di riapertura? E che si permetta di disertare in massa una prima al Petruzzelli, perdendosi un capolavoro contemporaneo di rara bellezza?

Che abbia insomma smesso di indignarsi, sognare ed emozionarsi davvero e per le cose vere, come è accaduto a Sergio Rubini da Grumo Appula, regista e attore “nostro” che da un paio di giorni è l’incaricato del Comune di Bari per organizzare il prossimo corteo di San Nicola. Un’idea che potrebbe rivelarsi vincente e, vista l’emozione sincera di Rubini, potrebbe davvero dare una svolta seria a questa manifestazione centrale per l’identità barese, da troppi anni ridotta a sagra paesana del cattivo gusto e della maleducazione collettiva.

Un’idea che, per una volta, è venuta alla politica e non a quella “società civile” che al momento ha prodotto, almeno a queste latitudini, solo cocenti delusioni e inefficaci lamentele.