Sono state rubate all’interno degli uffici comunali, le carte delle elezioni della primavera 2016, che hanno visto vincitore con uno scarto minimo di una novantina di voti, Pippi Mellone.

Le carte in questione, come viene evidenziato da Repubblica, erano già al centro dell’indagine da parte della Procura di Lecce perché gli allora quattro candidati con Mellone, ritenevano fossero state falsificate le loro firme.

Ma facciamo un passo indietro. I quattro candidati al Consiglio Comunale avevano presentato denuncia i primi di febbraio, a seguito di una lettera di un cittadino che avvertiva loro che le loro accettazioni di candidatura fossero state prima sottoscritte da terzi e poi autenticate con le loro firme false.

Alcuni giorni dopo la denuncia, scompaiono gli originali dal Comune e i finanzieri, incaricati dal Pm Alberto Santacatterina, riescono a prelevare solo le carte rimaste.

Nel frattempo, una notte di fine febbraio, presso la sede distaccata di via Pantaleo Ingusci, vengono travisate anche le copie di quei documenti.

Ma i documenti spariti sono anche di più di quelli che ci si aspettava: all’appello mancavano ben cinque liste dai faldoni tra cui RiprendiAmoci Nardò, Grande Nardò e molte altre.

Secondo l’ex cittadino Marcello Risi non è stato che un furto in piena regola e un inquinamento delle prove da manuale.

Secondo le testimonianze dei dipendenti comunali rilasciate ai carabinieri della locale, l’armadietto dove erano custodite le chiavi dell’archivio avrebbe presentato segni di effrazione.

Nonostante non ci fossero segni di forzatura delle porte d’ingresso all’edificio e probabilmente anche l’allarme era stato disattivato, ciò che ha insospettito i dipendenti è stata la luce lasciata accesa.

A fine marzo i quattro sono stati convocati in procura per consegnare le loro copie, in modo tale da autenticarle e procedere all’esame grafologico per accertarne o meno l’autenticità.

Intanto il grafologo sta analizzando il materiale sequestrato dalla Guardia di Finanza.