Una cifra a quattro zeri in due mesi (agosto e settembre) per mandare in onda alcuni passaggi pubblicitari giornalieri su ognuno dei quattro canali del gruppo radiotelevisivo di Conversano. E poi un altro contratto pubblicitario siglato dell’ente pubblico con Fax, il giornale locale che fa capo allo stesso direttore dei tg della tv locale, in occasione dello speciale Fiera del Levante. Non è la prima volta che Telenorba e il giornale di Magistà incassino soldi dalle Ferrovie Appulo Lucane. Sarebbe bello capire di che cifra parliamo negli ultimi dieci anni, ma c’è sempre tempo per fare due calcoli.

Provenienza legittima, s’intende, ma qualche dubbio sul livore nella inutile difesa del presidente e contemporaneamente direttore generale uscente delle FAL nei servizi mandati in onda su Telenorba, Teledue e TGNorba 24 a qualcuno è venuto. Dal canto nostro non dubitiamo in nessun modo della buona fede dei colleghi, ma non ci si può meravigliare se in tanti azzardino commenti e frecciatine di un certo tipo, prendendosi la briga di appiccicare etichette in ordine sparso.

Nelle ultime settimane, prima che Matteo Colamussi fosse fatto accomodare giù dalla decennale poltrona del macchinista non troppo amato dalla truppa dei ferrotramvieri FAL, il direttore del telegiornale di Telenorba si è lasciato andare a difese da libro cuore, mettendo persino in discussione il fatto che senza Colamussi i lavori per il raddoppio della linea Bari-Matera e quelli nella stazione ferroviaria della capitale europea della Cultura 2019 potessero subire rallentamenti, prontamente smentiti dal Ministro Toninelli.

“Ha preso soldi, per questo parla in questo modo e finora non ha mai parlato dei disservizi”, hanno scritto alcuni utenti delle FAL. Il caso Telenorba-Ferrovie Appulo Lucane riapre il lungo e articolato dibattito sul condizionamento che certe pubblicità e rapporti personali possano avere sul livello dell’informazione locale. I fatti sono quelli narrati, per quanto riguarda i commenti ognuno può farsi una propria idea. Del resto, Colamussi, uomo piazzato dal centrodestra, è stato difeso a spada tratta anche dal presidente Michele Emiliano, impegnato di questi tempi a ristrutturare poltrone per blindare la rielezione nel 2020.