Nell’ambito delle manifestazioni commemorative per il venticinquesimo della morte di don Tonino Bello, il prossimo 5 maggio nell’auditorium dell’Istituto superiore ‘Monsignor Antonio Bello’, è in programma un approfondimento sul tema dei trapianti d’organo accostato alla figura del vescovo di Molfetta.

Prima ancora che Giovanni Paolo II nel 1990 divulgasse, durante il congresso mondiale della Società internazionale dei trapianti d’organo, il suo personale pensiero in favore della donazione degli organi, monsignor Bello era impegnato nell’attività di sensibilizzazione della comunità al valore del dono.

Nel 1991, durante una giornata dedicata alla donazione del sangue organizzata dall’Arciconfraternita di Santo Stefano, don Tonino è stato il primo donatore. Egli ha compiuto il suo gesto accanto alla statua del Cristo Morto, nella chiesa della Confraternita, caricando la sua azione di un significato che si rifà al Crocefisso, emblema del dono di una parte di sé, perché donare consapevolmente un organo significa dare spontaneamente e senza ricompensa qualcosa che ci appartiene.

L’incontro è organizzato dall’Arciconfraternita di Santo Stefano in collaborazione con il Comune e la Diocesi di Molfetta. Dopo i saluti del sindaco, Tommaso Minervini e del vescovo, Domenico Cornacchia, interverranno: Francesco Paolo Selvaggi, emerito di urologia e pioniere dei trapianti in Puglia; Loreto Gesualdo, preside della Facoltà di medicina e chirurgia dell’università di Bari, presidente della Società italiana di nefrologia e coordinatore del Centro trapianti Puglia; Michele Battaglia e Giuseppe Carrieri, rispettivamente direttori delle cattedre di Urologia e dei Centri trapianti dell’università di Bari e Foggia; don Vincenzo Di Palo teologo-moralista e il dottor Nanni Costa, direttore del Centro Nazionale Trapianti, con un video messaggio.