Cinquant’anni di arte e sperimentazione di nuovi linguaggi sintetizzati nella mostra “Galà. Gli alunni del Liceo Artistico”. Gli stessi alunni che sono poi diventati insegnanti e spesso artisti, che hanno tracciato il disegno dell’arte in Puglia, varcando molto spesso i confini regionali. Testimoni di una nuova temperie socio-culturale, figlia del rinnovamento che si respirava nel ’68, anno in cui è nata questa fucina di talenti che ha avuto per il capoluogo pugliese un duplice valore.

“É stato un salto di qualità sia dal punto di vista della formazione che dell’informazione per l’arte, difatti due anni dopo nasce l’Accademia di Belle Arti e Bari coronava un grande sogno di progresso – specifica Pietro Marino, autore di un contributo critico per il catalogo della mostra, che ha seguito e scritto di questi artisti – Alcuni di questi sono stati importanti anche a livello nazionale e internazionale, proprio nel ‘68 Pino Pascali esponeva alla Biennale di Venezia. Sono stati protagonisti in un momento di desiderio, crescita e anche di liberazione da vecchi schemi. La storia successiva di Bari va letta anche in questa dimensione.”

Sono trentaquattro gli autori in mostra con altrettanti lavori allestiti nelle sale dello Spazio Murat, nucleo espositivo del nascente Polo delle Arti, che ospita dipinti, sculture e installazioni eseguite con una pluralità di tecniche che parla tutti i linguaggi del contemporaneo. Lo svolgersi e l’evolversi della creatività di casa nostra partendo dalla tavola introduttiva di Biagio Caldarelli, che negli anni ‘70 ha rielaborato certi spunti provenienti dalla grafica e dalla comunicazione per convertirli in chiave concettuale. Il percorso prosegue con le opere dei contemporanei Beppe Labianca, Mariantonietta Bagliato, Sabino Lerario, passando per la sensibilità creativa di Claudia Giannuli, Michele Giangrande, Rosemarie Sansonetti, Jolanda Spagno e Pino Pipoli; interpreti del filone concettuale, seppur raggiungendo ognuno esiti espressivi diversi. Senza dimenticare le ricerche figurative di Lello Gelao, Renato Nosek, Antonio Bibbò, omaggiando gli storici Roberto De Robertis, Francesco Spizzico e Vito Stifano. Fino all’arte povera di Lino Sivilli, Giuseppe Teofilo e Lucia Buono, che conservano e rinnovano quel saldo legame con la madre terra.

“La scelta è stata tra maestri e studenti, tra tutti gli artisti che hanno fatto del loro lavoro una professionalità osmotica, sia con l’istituzione che con il territorio – chiarisce la curatrice Marilena Di Tursi, insegnante di storia dell’arte al Liceo, che dal 2010 si è fuso con l’Istituto d’arte Pascali. Le abbiamo chiesto di cosa avesse ancora bisogno la realtà artistica locale e regionale – Mancano dei riferimenti istituzionali, ogni volta è come se cominciassimo da zero. C’è bisogno di una rete e di un sistema che diano una visibilità opportuna per i nostri giovani talenti.” Augurandoci che quest’iniziativa venga recepita come un valido input da parte di chi ha il ruolo e il compito di dare il giusto valore all’arte e a chi la produce.

Fino al 15 aprile
Spazio Murat, Bari
Ingresso libero

ORARI DI VISITA
Dal martedì al sabato, dalle 11:00 alle 20:00
Domenica dalle 11:00 alle 13:00
Chiuso lunedì 2 aprile

INFO
080 205 5856